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lunedì, febbraio 25, 2008

Ciao Albertone


Non riesco ad essere prolisso parlando di alberto Sordi. Credo sia l' unico attore italiano ad essere realmente inconfondibile, inimitabile, originale, comico e tragico nello stesso tempo, l' unico attore che ha espresso senza fronzoli l' essenza della romanità: vigliacca e generosa, spaccona e tenera, cialtrona e profonda, parossistica e placida. Ho avuto la fortuna di conoscere sin da piccolo la sterminata filmografia di questo grande interprete dei nostri tempi, e forse per questo rabbrividisco nell' ascoltare tutti i suoi tristi epigoni attuali, che con pretese da cabaret cercano di riesumare un talento a tutto tondo che è morto con lui. Consiglio tre film essenziali per comprendere l' Albertone attore: " Il Marito", " Una vita difficile", " Un borghese piccolo piccolo".

A 5 anni dalla sua scomparsa, posso solo constatare quanto sia povero il panorama attoriale comico in Italia.

Elio e le Storie Tese - Parco Sempione

Questo video è semplicemente grandioso.. gustatevelo!

Abbey fede..


Secondo la vulgata corrente, Paul McCartney sarebbe morto poco prima della registrazione di questo impareggiabile album dei " fab four": il fatto che sia l' unico della band a camminare a a piedi scalzi costituirebbe la prova occulta della propria dipartita, e la presenza di un sosia sostitutivo nel gruppo. Quindi da circa quarant' anni calcherebbe le scene un impostore, un imitazione di Sir Paul.

Mi permetto di asserire che sia i Beatles, sia il rock in senso lato hanno guadagnato molto da questa presunto " cambio della guardia" . Il McCartney post- Abbey road è stato smodatamente più prolifico di quello precedente..

Resta da capire perchè non lo abbiano cooptato nel gruppo sin dagli esordi nel lontano ' 62.. Forse c' era già lo zampino di Yoko Ono.. O forse è lei che si traveste da quattro decadi per imitare Il buon vecchio Paul.

Nella foto: I Simpson, i quali hanno gentilmente acconsentito ad effettuare una ricostruzione della scena del delitto.

sabato, febbraio 23, 2008

Campagne al cloroformio

Ragazzi, siamo in clima elettorale: tanta par condicio a trecentosessantagradi, non si parla di politica in televisione ma noi poveri grulli della strada dobbiamo babbarci vagonate di variopinti manifesti elettorali conditi da ancor più inutili e farlocchi slogan, elaborati da chissà quale ufficio segreto dei partiti, ove decine di neolaureati rampanti si scapocciano per trovare la frase ad effetto che colpisca la nostra già provata fantasia, che risvegli in noi il sopito desiserio di recarci alle urne. Personalmente, credo che l' unica cosa che possa svegliarmi sia una gigantesca serie di deflagrazioni a catena nelle principali sedi capitoline dei partiti di centro sinistra e destra, che culminino in un colossale bengala al napalm in piazza S. pietro. Nel frattempo, vi incito alla campagna dell' uniposca: un' idea non mia ma che raccolgo ad ogni tornata elettorale. Completate gli slogan che incontrate ad ogni angolo delle vostre città, rendeteli più consoni alla personalità della faccia da cazzo che se ne fa latore: Sono consigliati permanent marker stabilo boss, rigorosamente di colore nero. E non vale disegnare minchie giganti, sforzatevi un pò.. Recuperate il lessico e la sintassi!!!! ( E un pò di dignità personale...!!)

lunedì, febbraio 11, 2008

Le Madonne

La gente è molto attaccata ai dogmi. Cristo, Allah, Jahvè non si discutono, il concilio di nicea è verità, il concilio di Trento è un must, la madonna è l' immacolata concezione, Cristo non aveva fratelli e non aveva moglie, la madonna è tutta azzurra e piena d' oro e incensi. E Basta.
Da domani inizierò ad adorare il dio chitarra, che collocherò su apposito altarino. Al primo che obietterà qualcosa entrando in casa mia do un calcio nelle palle di dimensioni bibliche. Non le palle, il calcio.

Animula vagula..


Anche quando è difficile trovare le parole, quando ogni stato d' animo sembra essersi rinchiuso di nuovo sotto una coltre di cenere fumante, è impossibile restare indifferenti allo splendore di villa adriana, agli imponenti e scarni resti di quella che fu un' isola felice dell' imperatore filosofo, profondamente mosso da un senso di humanitas, alla ricerca costante dell' uomo e della bellezza che la vita racchiude e sprigiona ad ogni istante. Gli spazi vuoti che sovrastano il visitatore urlano quello che è un silenzio di anime assopite, come fossero in attesa di esplodere nuovamente nel fragore dei loro simposi o nella compostezza delle proprie riflessioni. Adriano è lì, ad ogni passo, malinconico, stanco e con gli occhi rivolti al tramonto che cala da tivoli sull' Urbe, il tramonto dell' uomo che quotidianamente egli è costretto a vivere per poi destarsi di nuovo e cercare un bagliore di speranza per un corpo che giorno dopo giorno si avvia alla dissoluzione e vuole tuttavia godere appieno di sé stesso e degli altri, finché l' anima non dovrà aggirarsi in luoghi freddi e sperduti ormai separata dal corpo. Sotto una coltre di ulivi, Adriano passeggia dalla sua biblioteca personale sino al teatro marittimo, e sogna ombre che erano d' inaudita bellezza. Lo spazio terreno è troppo grande per l' essere umano, eppure ogni angolo può essere riscoperto ogni giorno, sotto l' ombra di un larice oppure nel riflesso del lago Canopo sul quale le ninfee galleggiano silenziose, laddove nessun esclamazione di giubilo risuona ma echeggia dai laterizi immutabili e plasmati da mani operose. Basta accostare l' orecchio, ed ascoltare. Nulla è eterno, queste mura hanno tentato di gareggiare con gli dei, hanno cullato il desiderio di un uomo innamorato dell' Uomo, la volontà di fissare in un attimo infinito l' unione dell' essere umano con i propri spazi, il contatto intimo tra terra e cielo che dissipa il dolore e che alimenta l' illusione ineffabile della vita.