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sabato, novembre 29, 2008

Respiro.


In un ritorno c' è tutta la grandezza dell' essere, perciò non mi dilungherò con frasi e concetti ridondanti. Basti sapere che gli ultimi due mesi sono stati eccezionali, tanto da farmi sentire vivo come non lo ero stato mai. Nel bene e nel male, con tutti i picchi umorali ed emotivi che ciò comporta. Non vi tedierò, cari lettori evanescenti ed immaginari, con le mie ultime avventure. Di fatto, a livello tangibile, c' è stato tutto e nulla, ma mai la calma piatta. Quindi devo correggere la mia precedente affermazione: c' è stato tutto e il contrario di tutto: gioia e rabbia, amore e odio, delusione e conforto, propositività e vigliaccheria. Aver scoperto che il corpo ruota è stato fondamentale in quel parapiglia di rigidità che stava diventando la mia esistenza; aver focalizzato che essere un attore è parte fondante di me si è rivelato propulsivo oltre ogni aspettativa, al di là delle barriere della normalità che ci circondano. Forse è proprio questo che ho imparato, consolidato e acquisito definitivamente nella mi vita: voglio essere me stesso, non voglio vivere la vita di qualcun altro o la vita che tanti altri si aspetterebbero da me. Non voglio negare il flusso, voglio andare avanti e piangere, ridere, dannarmi e volare. Questo è ciò che voglio essere, questo è ciò che sono. Il futuro non esiste se non come proiezione audace del presente, passeggiata costante su un cavo sospeso a tremila metri, brezza frizzante che ti coccola il viso e ti prende a schiaffi.