... Così cantava Max Gazzè. L'imprevisto è parte della vita. Forse ne costituisce l'aspetto più stimolante, anche quando stravolge negativamente la nostra quotidianità. L'imprevisto genera crisi, ripiegamento, riflessione e sommovimento di idee, che escono dall'incubazione, dalla stasi, e si traducono in variabili e movimento. Perciò va riconosciuto subito e assecondato: l'imprevisto ci spinge alla ricerca. Come questo blog, anche se il fine non è chiaro neppure a me...
giovedì, gennaio 10, 2013
2013 o l'anno che c' era già.
Ha importanza ontologica il sapersi presenti e attivi nel 2013 piuttosto che nel 1959 o nel 2378? Che cosa è cambiato, ad esempio, negli ultimi quattro anni? Guerre nel mondo, le solite cose; i rovesci dell'economia, roba già vista; ammucchiate politiche senza senso e dichiarazioni pubbliche totalmente lesive dell'intelligenza di chi ascolta- tutto trito e ritrito.
Ve lo dirò io cosa cambia. Cambiano i rapporti umani, soprattutto in funzione dell'assenza di qualcuno che ci ha fatto lo scherzo di non tornare più.
Cambiano le prospettive personali, gli obiettivi, le capacità razionali in relazione al trascorrere del tempo e al nostro sentirci più o meno integrati con un mondo che non aspetta.
Cambia il nostro concetto di felicità, cambia il nostro fisico e la nostra capacità di sopportazione.
Tutto cambia, perennemente e incomprensibilmente.
Tuttavia ci illudiamo che le cose possano durare più a lungo delle apparenze, e lottiamo per resistere appollaiti sul nostro ramo che è ogni giorno di più sul punto di spezzarsi.
Nel frattempo gli uccelli continuano a migrare senza farsi domande, le montagne si lasciano modificare serafiche dagli agenti atmosferici, il mare si infrange senza sosta sugli scogli.
Il caffè finisce, e siamo ancora un pò incazzati.
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