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sabato, settembre 30, 2006

Un Venerdì sera..


.. ci ha regalato equamente sorrisi e interrogativi. Nel modo più naturale possibile.

26 lo scorso 26


Una mancanza imperdonabile. Per chi non lo sapesse, questa è la mia sorellina Silvia, anche conosciuta come Madame Le Cannu o la Madame, che ha compiuto 26 anni lo scorso 26 settembre. Non basta un post a testimoniare tutto il bene che le voglio, ma assolve almeno alla funzione di farle i migliori auguri di compleanno, ora che si trova in terra iberica. Un bacione grande, con tutto l' affetto possibile..

Il Numero Cento


Cento post di , sorprese, delusioni, futilità, imprevedibilità. Spesso abbiamo scritto pagine di banale quotidianità, spesso abbiamo creato dei piccoli capolavori di intuizione. Spero continueremo così, all' insegna dell' imprevisto e dell' entusiasmo. Senza candeline, torte o festoni, auguro a tutti i collaboratori del blog un buon fine settimana. E spero di ritrovarli qui anche domani, persone tra i numeri.
Incominciamo di nuovo a contare..

27 volte Valda


Mi piace figurarmelo così: sorriso sornione, colorito rubicondo, senza un pelo sul volto, così profondamente belga senza esserlo. Perchè lui è cittadino del mondo( ma anche un pò rompipalle ). Approfitto dell' occasione per fargli tanti auguri di buon compleanno. Sarà anche la mia nemesi, ma non riesco ad essere cattivo con lui nel giorno del suo genetliaco..
Auguri, Sandro!

venerdì, settembre 29, 2006

My funny Valentine






Se poi la suona Miles Davis...

29 Settembre


Grandi Compleanni, grande Radio..

..29 modi diversi per celebrare 29 compleanni...

..29 ragioni per celebrare 29 modi di festeggiare 29 compleanni..

.. Sempre da Ischitella, sempre collegati co' vvoi!

giovedì, settembre 28, 2006

Fiesta

Le musiche, i volti, i bicchieri rovesciati raccontavano di una festa. Alcuni sembravano divertirsi, altri si sforzavano di farlo ed io non ero tra quelli. Tra i tavoli festaioli venivano rispettate alla lettera le norme anti-fumo, ma per fortuna l'aria della sera non era fredda e capannelli di persone chiacchieravano agitando lucciole infuocate all'ingresso del locale. Poi, al richiamo della musica preferita rientravano di corsa per disegnare qualche scomposto ballo. Non ho mai saputo ballare e preferivo la sera, i lampioni che vomitavano coni di luce ai bordi della strada, il sapore di un liquido che mi avevano spacciato come birra. Pensavo ad un tempo trascorso, ad un capitolo di vita che oramai si era chiuso e non capivo perchè qualcuno si sforzava di far finta che tutto era come prima, che non era cambiato niente, che potevamo abbracciarci e raccontare di noi come se il tempo non fosse passato. Non capivo la finzione e l'utilità di quell'evento festaiolo, ma forse era un mio problema e me ne stavo sul marciapiede per sfuggire abilmente allo sguardo dei conoscenti. Due donne uscirono dal locale, mi passarono accanto, cominciarono a parlare nell'ombra. La riconobbi subito, non era cambiata, forse un pò più magra, ma comunque sensuale. Parlava, accompagnando ad ogni sillaba un movimento nervoso delle mani. Mi vide e mi ignorò. Poi ci furono dei passi alle mie spalle, percepii una presenza, potevo sentirne il calore e il profumo scadente. Si fermò accanto a me, non mi voltai, ma ebbi la sensazione di essere molto più basso. In effetti quando parlò, la voce mi arrivò dall'alto, ma era una voce sottile che tradiva la possente fisicità.
- Siete stati insieme, se non sbaglio... - pronunciò l'ultima parola con un tono che puzzava di scherno. L'istinto fu quello di piantargli un gomito nello stomaco. Mi trattenni.
- Parecchio tempo fa - risposi continuando a guardare un punto imprecisato della notte.
- Beh... forse lo avrai saputo, ma io e lei stiamo insieme già da un pò e non vorrei che tu... che tu insomma pensassi di tornare a farti sotto. Insomma mi capisci... - la sua voce si era fatta più insicura. Pensai a quanto fosse incredibilmente surreale quella conversazione e a quanto fosse coglione quel bestione. Abbassai la testa, abbozzai un sorriso che lui non vide.
- Vedi... risponderti che non me ne frega un cazzo sarebbe banale, ma purtroppo di questi tempi riesco a dire solo cose banali. E a quanto pare, anche tu -
Lo lasciai a guardare la sua amata, rientrai superando incolume la zona riservata al ballo. Trovai la giacca sotto un cimitero di cappotti e patatine sbriciolate. Incontrai lo sguardo del Bisca, lo salutai con un cenno della mano, ricambiò veloce poi tornò ad abbracciare una francese ubriaca. Quando tornai all'aperto non c'era più nessuno. Dinoccolato, me ne andai verso la macchina.
Dal locale, mi accompagnavano deboli, le note di un vecchio successo di Raffaella Carrà.

martedì, settembre 26, 2006

Breve storia inutile

Stan Getz e J.J. Johnson se la suonavano per bene da un vinile all'inconfondibile sapore di muffa. C'era una festa di strumenti cantanti e c'erano gli applausi del pubblico pagante che interveniva ad ogni solo di sax. Poi c'ero io e un'altro paio di cose che ora non ricordo. La serata aveva offerto una cena onesta, un telegiornale noioso e una sigaretta di tabacco secco. Erano passati giorni grigi di cielo, ma questo era normale perchè l'autunno avanzava facendo il suo lavoro di stagione di merda. Il telefono aveva squillato e una voce di donna aveva cominciato a raccontare di un'amore durato cinque giorni, di un tricologico colore che era tornato a splendere, di eventi più o meno interessanti. Ascoltavo, seguendo le evoluzioni di una mosca sul vetro della finestra, interrompevo quando credevo fosse giusto interrompere, rispondevo quando mi veniva domandato. A volte quella voce diventava risata ed era bella, dolce come il canto di quel sax che ora si era fatto lontano. Quando non si ebbe più nulla da raccontare ci fu un saluto breve e per questo bellissimo. Si tornò alla sera, io alla mia e lei alla sua.
Feci scivolare delicatamente la testina sul vinile e il concerto ricominciò.

Struzzi..


.. Meglio se lobotomizzati, please.

Incontro


Ci incontrammo per caso nel Caffè della stazione centrale. Il suo sguardo mi colse di sorpresa in un lungo,interminabile sbadiglio. Pensai a qualche parola da rivolgerle, ma era troppo difficile assemblare quel fruscio di sillabe mattutine in una frase lucida e razionale.
Di anni ne erano passati, e tanti. Sarebbe stato difficile ritrovare il filo del nostro discorso.

Continueremo a volare alto perchè è nella nostra essenza, oppure perchè quel gesto appartiene al sogno di un altro? Siamo sempre e solo noi stessi, e non vale mai la pena indossare una maschera, per quanto bella e varipinta essa sia. Volare alto, ergersi al di sopra di tutto, mai al di sopra di noi stessi per guardarci come in un film. E soprattutto, mai per consentire a qualcuno di mandare avanti o indietro la pellicola...

lunedì, settembre 25, 2006

strani giorni


Gravi silenzi snocciolati da sere di paglia e nervi che ci segano i respiri. forse c'è stata una scintilla secolare in questo anno malato di non amore Noi come vampiri a succhiarci sotto, coni di sabbie mobili inghiottiti dalla tua insalata. forse c'è stata una scintilla secolare in questo anno malato di non amore (fratelli Gazzè)

QUESTO NON E' UN POST.


Garbatella


Un luogo ed un modo splendidi per cominciare l' autunno.

Gubbio


Lo stage è terminato ieri, tra piacevoli abbuffate di carne, vino rosso al sabato sera ed un proficuo laboratorio in alta montagna la domenica mattina, tra freddo pungente e l' incubo delle pulizie di casa che ha dominato le nostre giornate.. Come l' anno scorso, l' esperienza dello stage si è rivelata fondamentale per la coesione del gruppo, ed ancora una volta abbiamo avuto la riprova che se l' Ospite non è un pò ameno le cose non vanno come dovrebbero.. Grazie a tutti, e bentornato a me!

domenica, settembre 24, 2006

Higuerra, te saluto.


Se il buongiorno si vede dal mattino (pessimo modo di cominciare una frase) l'ennesima fuga non sortirà grandi rivoluzioni nella mia vita, visto che sto rischiando di lasciarmi alle spalle molti piccoli ma rognosi problemi irrisolti, che prima o poi riaffioreranno all'ordine del giorno, magari sotto forma di fantasmi, che è peggio. Ad ogni modo tra dieci giorni parto, e non nascondo che questa frase, a pronunciarla anche mentalmente, mi dà un brivido al perineo; mi piace credere che i problemi di oggi saranno presto soppiantati da altre preoccupazioni, in parte inedite per la mia psiche: leggi "lavoro". E ciò è bello. Mi rendo conto che sto partendo proprio per questo, per erigere un nuovo spartiacque artificiale tra due giovinezze, per sbarazzarmi concretamente dell'annosa emicrania universitaria ed accedere alla lucidità o all'ebbrezza motivata.

Non mi va di fare grandi progetti. A vent'anni mi pareva tutto possibile perché non avevo alcuna necessità.

Ho voglia di kebab. Incomincia a mancarmi Parigi, e non me lo sarei mai aspettato. Si tratta però di una mancanza indolore, di una nostalgia tenera, senza rimpianti. Perché in fondo non è la città che mi manca, non è la gente, ma quel modo di vivere una città come fosse il Monopoli, o un altro gioco qualsiasi, magari una caccia al tesoro. E questo posso farlo anche a Barcellona.

E poi l'estate è finita: ecco un'altra frase che mi arrazza.

Non mi pare inopportuno che la felicità si fondi sul nulla, anzi.

Qualcuno suona il flauto in cortile


Non sono in vena di calcoli esatti ma se le mie primavere sono ventisei più un'estate e una bustina d'autunno, allora le mie domeniche sono già più di milletrecento.
Con gli altri giorni della settimana è più facile confondersi. Lunedì lo riconosci, ahimé, perché viene dopo domenica. I giorni seguenti sono l'indistinto bel mezzo della settimana, quelli più rassicuranti; il loro ordine è casuale, puramente cronologico, tutto fuorché gerarchico: martedì, mercoledì, giovedì. E questo è il bello, a pensarci bene. Il venerdì ha una punta in più d'amaro ma c'è chi lo apprezza, bisogna abbinarci il vino giusto e pronunciare una "u" francese entro l'ora di pranzo. Il sabato, ti dirò, ancora ancora esercita un certo fascino aguzzo sulla mia sensibilità da bassofondo, ma è sempre di più un aperitivo di quelli che ti levano irrimediabilmente l'appetito.
Ma la domenica, lo dice pure una vecchia canzone, è un'altra cosa. E' un giorno grasso, senza ombre, sordo, allegramente funebre. Pare ci sia sempre qualcuno che suona il flauto in cortile.
Un giorno, mi ci gioco tutto, capirò la domenica; sarà di domenica, che la capirò.
Il dramma è immaginario. Il giallo è risolto: nulla è. Non più.

sabato, settembre 23, 2006

Delitto o castigo?



Fascista,caro Higuerra, sarebbe stato impedirti di parlare, sempre e comunque. Io ho solo evitato che nel mio blog ci fosse qualcuno che, al posto di contribuire allo sviluppo ed al miglioramento del medesimo, ha come unico obiettivo quello di criticarlo e di offendere il padrone di casa. Il signor Higuerra ritiene poi di poter definire le sue ormai sempre più frequenti offese come "critiche ben motivate": i suoi post e commenti sono disponibili a tutti e tutti potranno da soli giudicarne la natura. Io da parte mia credo che fosse suo unico obiettivo quello di rendere ridicola la mia persona ed è per questo, e solo per questo , che gli ho tolto (nel mio spazio e solo nel mio spazio) la possibilità di farlo. Un membro dovrebbe avere a cuore la qualità del blog nel quale scrive, dovrebbe contribuire alla buona riuscita del medesimo: o sbaglio? Inoltre non sono mai riuscito a capire perchè nel suo blog (Cafè absurd) o in questo nel quale ora scrivo, il signor Higuerra non abbia avvertito la necessità di fare le stesse critiche ed osservazioni che invece certosinamente fa sul mio. Qualcosa di personale forse? o forse questi ultimi due blog sono perfetti? partecipare in veste di contributors al mio blog non è un diritto, ma un privilegio che come gli ho concesso così ho ritenuto di potergli togliere. E' questa la differenza tra il mio comportamento e quello di quanti lei, caro Higuerra, chiama fascisti-stalinisti: loro negavano i diritti, io solo i privilegi.
grazie ancora al padrone di casa: mit liebe Sgamas

venerdì, settembre 22, 2006

Inaugurazione


Non si può certo dire che l 'inaugurazione del centro culturale " Prisma" abbia registrato il pienone dal punto di vista delle partecipazioni umane, il locale avrà ospitato si e no 25 persone nell' arco di tutto il pomeriggio. Ma l' attività di plasmatore di palloncini al servizio dei bambini è stata quantomeno esaltante, credo di aver capito cosa voglio fare da grande...
In un tripudio di colori e forme, io ed Arianna continuavamo imperterriti a fabbricare cani, topolini, fiori, spade, per grandi e piccini. I marmocchi se ne sono andati col sorriso sulle labbra, ma credo che noi fossimo più contenti di loro..

giovedì, settembre 21, 2006

Sempre dannatamente collegati


Si può migliorare, ma la prima è andata decisamente bene...

Raging Bull

E' colpa tua. Charlie. Eri mio fratello. Avresti dovuto occuparti di me. Avresti dovuto prenderti cura di me almeno un pò invece di farmi prendere tutte quelle botte solo per un pò di soldi. Non capisci... Io avevo classe. Avrei potuto essere grande. Avrei potuto diventare qualcuno invece di essere il vagabondo che sono. Guardiamo in faccia la verità. E' colpa tua. Charlie. E' colpa tua. Charlie.


Fronte del porto. 1954

martedì, settembre 19, 2006

Ne t'inquiéte pas

E fu così che si passò al francofono linguaggio. Non restò che intuire il significato, il senso, ma soprattutto immaginare lo sguardo di lei mentre sillabava. La stagione si era fatta più tranquilla, il malessere era passato o almeno si era nascosto bene. Aveva tolto alla sua vita un prefisso e iniziava lentamente ad occuparsi di ciò che lo affascinava. Era riuscito a convincere i suoi sogni a spingersi un pò più lontano, stava capendo lentamente che alcune cose bisognava prenderle di sguincio.

Era sereno, o forse aveva trovato una buona scusa da dare a se stesso.

Topo Rosso


E' un topo che non piace a nessuno. E di questo lui è consapevole; fuma per darsi un tono, diciamo un tono medio- basso, e non porta mai le scarpe perchè gli fanno male ai calli. Il colore della sua pelle è naturale, e, nonostante che insomma a tutti je faccia schifo, lui ne va fiero..

lunedì, settembre 18, 2006

Bozze


Chissà se il tratteggio si limiterà a questa simpatica ed espressiva faccina oppure proseguirà? E' la domanda che mi pongo ogni volta che poggio penna/ matita sul foglio. Di solito non vado oltre piccoli, estemporanei abbozzi.. Devo cambiare risma, forse, i quadrati non mi ispirano..

Dinamismo e ciclicità del pensiero, orbite impazzite su campo umano alla ricerca di un 7 verticale...

domenica, settembre 17, 2006

Sabato sera..


A volte i luoghi più banali possono risolvere una serata. Soprattutto quando la compagnia non ha bisogno di particolari contesti per dare il meglio di sé stessa.. E così, tra parole crociate insolubili e lezioni di storia impartite da un improbabile prof. toscano impersonato dal dottor sgamas, casa Le Cannù è divenuta per qualche ora un allegro simposio, tra brindisi a base di vino rosso e scatti fotografici con un assurdo cappello a due punte... Il resto è solo chiacchiare e distintivo...

sabato, settembre 16, 2006

Collegamenti di servizio


Previa consultazione con Peppino Corona, si è stabilito che in data - giovedì 21 settembre - si inizierà a registrare. L'auspicio è di buona riuscita, ma quale sarà il risultato è ignoto a tutti fuorchè al Dio...

venerdì, settembre 15, 2006

Il Mare vista Andrea


Non sono un amante delle vacanze marittime, questa è la verità. Mi affascinano, si, paesaggi di indiscutibile bellezza come quello raffigurato, ma stare ore ed ore a sorbirmi la canicola sabbiosa e il carnaio incessante e sudaticcio che riempie il bagnasciuga non mi rilassa affatto. Mi piace il mare in sé, tuffarmi in acqua, scendere in apnea finchè non mi scoppiano i timpani, tenere gli occhi aperti per una visuale differente seppur sfocata, toccare il fondo sabbioso e sdraiarmi per ammirare il sole che filtra attraverso la coltre liquida. Mi piace nuotare, immergermi, poi nuotare ancora e sfiancarmi fino a non poterne più. Ma il mio piacere finisce qui. Mi piace avere un rapporto discontinuo con il mare, salutarlo da lontano d' inverno, viverlo fin nel profondo d' estate, eludendo qualsiasi logica di tipo vacanziero. E se fossi un pò più sconsiderato, inizierei anche a scavare buche enormi per seppellirmici dentro fino al collo e a costruire castelli con la sabbia ,come quando ero bambino.

giovedì, settembre 14, 2006

Quasi Notturno

Per tanto tempo sono stato lontano. Lontano da un tramonto, da qualche amico innamorato, da un pianoforte che non ho mai suonato, da una donna che ormai ho perduto. Sono andato lontano per il gusto di farlo, senza avere risposte da cercare, senza chiedermi quanto sarebbe durato. Ho passeggiato per le strade d'Europa, ho incontrato migliaia di facce che non ricordo, ho mangiato kebab e cheeseburger, ho bevuto birra annacquata. Mi sono specchiato nel finestrino di un treno che tagliava la notte di Francia, ho visto morire un piccione, ho fumato erba con un tizio di Potenza alla stazione di Madrid. Ho imparato a dire posacenere in inglese, mi sono perso al Louvre e ho capito che non bisogna innamorarsi di donne bellissime…

mercoledì, settembre 13, 2006

Latitudine Magliana

La strada indicata si palesò con le sue pozzanghere di caldo ad effetti ottici. Si contorceva tra case basse figlie di un abusivismo antico, non offriva panorami o visioni. Il popolo era assente, rinchiuso dietro i legni delle finestre, dormiente o disinteressato al pomeriggio torrido del dopo pranzo. Il sudore lo incollava al sedile, seguiva l'asfalto verso una direzione improbabile con la crescente sensazione di perdere tempo, voglia o un'altra occasione. La strada saliva, tagliava per una campagna coltivata a frigoriferi e cessi, poi si allargava, diventava ponte e città. Cercò la via tra palazzi che si facevano borghesi, affogati nel verde artificiale delle aiuole. Una svolta improvvisa, discesa, ancora palazzi. Numeri pari a destra, dispari a sinistra. Il parcheggio si trasformò in un magistrale gioco di frizione. Si sentiva sicuro adesso, allungò il passo verso un cancello che si spalancò in un ronzio di fotocellule, una voce gracchiò per indicare il portone. La camicia era diventata pelle, le scale brevi, l'aria fresca. La porta si aprì in un tripudio di seni e sorrisi. Improvvisò un saluto imbarazzato, fu trafitto dalla crudele e familiare sensazione di avere una straordinaria faccia da cazzo.
Pensò che avrebbe potuto sconfiggere l'amarezza di quei giorni a colpi di orgasmo, ma si ritrovò seduto con una tazzina di caffè tra le mani, mentre guardava da una finestra un panorama di auto impazzite e palazzi inumani.

14.9.1998




Non ricordo con esattezza che giorno fosse, né se il cielo quel giorno fosse limpido o se c'era qualche nuvola qua e la' a colorarlo di malinconia.
Ricordo però che mi svegliai d'improvviso molto prima che la sveglia decretasse l'inizio della giornata. Ero teso e mia madre lo capì subito; mi diede una carezza e mi disse di non preoccuparmi perche' in fondo anche quel giorno sarebbe passato come tutti gli altri...senza far rumore.
Indossai i miei vestiti più belli soffermandomi compiaciuto davanti allo specchio: capii solo molto più tardi che l'immagine riflessa in quello specchio non sarebbe stata più la stessa.
Ero un ometto ormai e potevo andare a scuola senza che nessuno mi accompagnasse.
Lungo la strada ebbi poco tempo per riflettere: la città palpitava già da qualche ora ed io,in mezzo a quella folla impazzita,mi sentivo diverso . Loro sapevano già dove andare, chi avrebbero incontrato, cosa avrebbero fatto e a che ora sarebbero tornati a casa. Io andavo incontro ad un mondo nuovo a tinte verdi chiaro: non sapevo chi avrei avuto davanti, cosa avrei dovuto rispondere se qualcuno mi avesse interpellato, a che ora sarei entrato e quando mi sarei incamminato per la via del ritorno. Era, quella, l'età in cui la vita mi aveva mostrato solo le sue stanze più accoglienti.
Mi trovai davanti all'ingresso: c'erano tanti ragazzi la fuori, qualcuno già con la sigaretta in bocca.Sorrisi e mi accorsi di non avere più paura. Una volta entrato una donna con un camice azzurro mi disse di unirmi al IV D nell'atrio della scuola. Fu li che lo incontrai: ricordavo di averlo già visto alla cerimonia di accoglienza e non mi aveva fatto una buona impressione; sapevo già che avrei dovuto imparare a convivere con quel suo ghigno fastidioso ma, tutto sommato, da bravo ragazzo. Nessuno dei due avrebbe mai immaginato quello che saremmo diventati l'uno per l'altro.

P.S. Dedicato a mia sorella che domani inizierà il ginnasio.

Sorprese


Bisogna riabituarsi al piacere della sorpresa. Capito, Le Cannù? Alle piacevoli sorprese. Perchè è così difficile esternare la propria felicità per un bel gesto, brutto idiota? Vedi, stai parlando di te in terza persona e questo non va bene. Non tocca ad un altro te stesso farti vedere le cose nella giusta prospettiva, devi farlo tu. E mi sembra ci stia riuscendo benissimo.. vedi, non è difficile? Hai accettato con gioia. E questo è un grande passo avanti. Lascia che il tuo corpo metabolizzi e si esprima come è giusto che sia.

martedì, settembre 12, 2006

Quando si dice una bella foto..


... Vorrei preconizzarlo al mio amico matilicense: basta una digitale, un pò di ispirazione e di luce radente e il gioco è fatto. Con due secondi ed un rapido scatto puoi ottenere un' immagine estremamente suggestiva, senza appostamenti interminabili nei quali l' uomo diventa schiavo dell' obiettivo. Ma forse è solo una questione di obiettivi, e ovviamente di metodo. Io mi tengo il mio marco aurelio al tramonto, catturato con mano da profano: il matilicense coltivi pure l' hobby della fotografia professionale, che gli è così congeniale. Ma non mi chieda più di posare per lui!!

p.s.: giorgetto, se mai leggerai questo post: grazie per la foto e per la dedica..

Balle


Non ricordo se fosse l' estate del 1974, oppure quella del 1987, o quella del 2006. Forse non era nessuna delle tre, forse doveva ancora venire. Comunque, in quel di ferragosto posai per una foto georgica sotto la pressione del buon Matilicense, che, al solito, si era attrezzato di buona pazienza e obiettivi fantascientifici. Le rovine di ostia antica e il castello di giulio secondo erano tra i soggetti preferiti dei suoi scatti: lunghi, interminabili scatti sotto la canicola estiva, che mi annoiavano non poco..

C' è da dire che fu un ferragosto sui generis, estremamente piacevole ad ogni modo. Ostia antica sembrava rivivere all' ombra dei pini mediterranei e del fragrante profumo del grano appena tagliato, che giaceva nei campi adiacenti compresso in enormi balle di fieno. Ho sempre amato arrampicarmi su queste piccole, bionde montagne, più comode di qualsiasi letto e più confortevoli di molti abbracci.. così, il buon matilicense mi propose di ritrarmi nella posa che potete ben vedere. In realtà, avrei voluto un' espressione più rilassata, invece della rigidità da sentinella che mi contraddistingue nell' immagine, forse segno di un' incapacità sempre più forte a distendermi..

Anche quel ferragosto è passato oppure passerà, chissà se le balle resteranno..

domenica, settembre 10, 2006

Gutturalmente pensando


Arriva la sera. Il resto della giornata è venuto a mancare, ma d'altronde non tutto è possibile.

sabato, settembre 09, 2006

Ariva l'urtimo co' tutti i bicchierini

C'erano state parole leggere e lacrime trattenute. Acustici accordi avevano trascinato il pensiero che si era fatto ricordo. Ci furono passi simili di padre e figlio, ci fu un raccontarsi, un camminare deciso e soddisfatto. E poi c'era Roma, calda e deserta, affogata nella sua notte favolosa. Arrivò anche la stanchezza e il ritorno verso il Lido, una strada pattugliata di lampeggianti e la radio che non faceva il suo dovere. Pensai ai racconti di mio padre e ai suoi giochi di bambino. Provai ad immaginare i volti, le urla, le risate nella polvere. Seduto sul letto, guardai l'orologio: le 7.03.

Mi abbandonai al sonno sorridendo al tempo statico e a quei bambini per strada che facevano festa.

venerdì, settembre 08, 2006

Altrovando


Non realizzai immediatamente di essere giunto a destinazione. Ero così immerso nei miei pensieri che la fitta schiera di baracche, arbusti e voci confuse nascoste dai cortili scorrevano accanto a me senza che ne riuscissi a ravvisare il sapore. Eppure quello era un altrove come pochi altri. Non l' avevo cercato forse a lungo? Fui ridestato da un lungo e sinuoso ramo d' edera che mi solleticò malizioso il dorso della mano che avevo pigramente appoggiato in tasca. Mi accorsi dunque di essere giunto al civico 91, numero che nella cabala del mio paese significa " e adesso?". E adesso.. Non sapevo cosa sarebbe successo. La casa appariva silenziosa e lontana, eppure non disabitata. Sapevo che una volta superato il cancello arrugginito d' ingresso, avrei dovuto fare i conti col campanello( che sarebbe stato sicuramente stridulo come la voce di una vecchia zitella) e quindi con la presenza che avrebbe inevitabilmente aperto la porta. Ma d' altronde, ero consapevole dei rischi insiti in quel piccolo, lungo cammino che avevo deciso di percorrere, e allo stesso tempo sapevo che non avrei avuto nulla da temere. Decisi che per quel giorno non avrei più usato condizionali nelle mie riflessioni o nei miei eventuali discorsi. Tutto ciò che restava era la consapevolezza della mia corporea stabilità e di un punto interrogativo a forma di pomello in ferro arrugginito. Ed era già un grosso passo avanti. Spinsi pian piano il cancello, che cigolando mollemente acconsenti all' accesso..

8 Settembre 1943


" Signor colonnello, è successa una cosa stranissima: i tedeschi si sono alleati con gli americani!"
Con questa frase pronunciata da albertone nel celebre film di Comencini, " Tutti a casa", è facile comprendere il senso di smarrimento e paura che accompagnò le truppe italiane all' indomani del proclama del maresciallo badoglio. L' 8 settembre rappresenta una cesura importante nella storia del nostro infelice paese, pur essendo un 'abdicazione alla sovranità da parte di quelle che avrebbero dovuto essere le autorità legittime. Da questa data in poi, il nostro suolo vide sangue a non finire, sparso sia dai carnefici in camicia bruna spalleggiati dai repubblichini, sia da quanti perpetrarono la causa giusta della lotta di liberazione e di resistenza. Quei partigiani che oggi godono di così tanti detrattori e che furono la vera anima di un paese martoriato e desideroso di riscossa e di dignità. L' 8 settembre è confusione, delusione per una guerra non voluta, rabbia verso una dittatura sciagurata ed una casa regnante inetta, ma è soprattutto rinascita.

giovedì, settembre 07, 2006

Nòstoi, ovvero ritorni


Mi ero assentato un momento. Non era stato un moto volontario in realtà, ma un vortice di pensieri che impietosamente mi risucchiòrno all' interno del mio dedalico encefalo, tenendomi nascosto ai più. Il richiamo di un paesaggio scoperto per caso mi ha riporato tra voi, la luce flebile del tramonto mi ha dato carica. Ed ora sono tornato, sempre un pò indefinito, ma sempre più avanti...

mercoledì, settembre 06, 2006

Petit divertissement (della serie: quanto ci piace il flusso)


Scena 1
Interno giorno
Personaggi: Flusso, Sgamas, Higuerra
Biblioteca piuttosto affollata, con alcune postazioni internet. Brusio di sottofondo.
Carrello dall'alto. La camera si ferma ad altezza sguardo e avanza all'interno della sala in soggettiva da dietro. Rumore di passi. La camera si ferma davanti a una postazione internet dove sono seduti Sgamas e Higuerra intenti a scrivere qualcosa. Sgamas e Higuerra si girano verso Flusso.

SGAMAS: (a voce alta) anvedi bada...bella flu'!
HIGUERRA: (entusiasta) bella ao', come stai? Ma pensa che stavamo proprio a parla'de te!
(Sguardi di disapprovazione provenienti dal resto della biblioteca per il casino che stanno facendo Sga e Hig)
SGAMAS: si, era tutto 'n discorso sur blog, sulla storia quella che ce raccontavi sui punti e sulle virgole...
HIGUERRA:...si quello che comunque uno deve sta'ner flusso perche'...perche''....
SGAMAS: (interrompe)...ma pperche'ce se sta dda paura...ventilato, fresco...
HIGUERRA:infatti, 'o dice pure LeCannu...no?
(Sga e Hig si fermano e fissano intensamente Flusso, quasi attendendo una sua massima o la rivelazione del luogo in cui e'nascosto il Graal. Flusso li guarda, sconsolato).
FLUSSO: rega'...pausa sigaretta?
(Rumore di sedie. Sga e Hig si alzano in piedi e si avviano con flusso a fumarsi una paglia. Raggiungono LeCannu che sta gia'all'ottava sigaretta della giornata).

NdA: ogni riferimento a Flusso, Higuerra, Le Cannu e Sgamas e' puramente casuale. L'autore si scusa per le eventuali imperfezioni di linguaggio cinematografico che e'sicuro gli altri bloggers cinofili saranno in grado di correggere. La soggettiva sul flusso che entra in biblioteca e'una delle migliori idee che abbia mai avuto...pensate le altre. Comunque queste righe non hanno alcun altro significato se non quello di mettere in scena l'ispirazione proveniente dai post flusso dedicati. Spero cio'non provochera'una crocifissione del sottoscritto in sala mensa.
Che il flusso sia con voi,
vostro Cyb

martedì, settembre 05, 2006

En passant

E' per un puro fatto di ospitalità che ora, in diretta dal laureificio nel quale mi trovo, ho deciso di accogliere l'invito del padrone di casa di concorrere allo svolgersi del suo scantinato di pensieri. E' certo che è un fatto strano che il ritorno in questo luogo di sapere già saputo io non senta un friccico ner core, che non provi la pur minima nostalgia per essermi da questo brillantemente, lasciatemelo dire, congedato. La ragione è di sicuro una: non si può perdere quello che mai in fondo s'è tenuto. In un vecchio, ma non troppo, film di Salvatores, si leggeva scritto su di un muro: la vita è un ponte, attraversalo pure ma non costruirci mai una casa sopra. Bisognerebbe imparare dunque a vivere nel flusso ed a sostituire i punti con le virgole, E viceversa,
p.s. baci Sgamas

domenica, settembre 03, 2006

Apologia del ritorno


L'indugio non-era-previsto. La decisione arrivò improvvisa. Licenziò una non-motivazione ad effetto che lo sollevò dalle sue responsabilità. Si guardò nella polvere dello specchietto retrovisore, sorrise, si sentì avvolto da una soddisfazione nuova. Pensò al sorriso tagliato del Bisca e alle sue parole al doppio malto, ad un discorso ben articolato e convincente. Un ipotesi di fallimento si affacciò in quella festa di gagliardi pensieri: si permise la confidenza di mandarla a fare in culo.

La razionalità aveva perso qualsiasi velleità di rivincita.

sabato, settembre 02, 2006

Tris

Le caratteristiche del mezzo e la generosità degli utenti mi consentono questo genere di manifestazioni.

venerdì, settembre 01, 2006

Interno Settembre


Settembre si apre così, come uno scorcio a lungo sognato, come una finestra luminosa su un cortile pieno di verde. E' una primavera non convenzionale, il richiamo delle idee tornate dall' oblio del viaggio augustino... Settembre è dynamis, il pendant necessario all' Aprile ormai lontano eppur vicino.

Il coraggio di cambiare...