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lunedì, maggio 28, 2007

Robba di radiofonia


Questa sera, dalle 22.00 alle 24.00 ancora una volta in diretta su www.broadcastitalia.it, appuntamento con Cafè Absurd, trasmissione spumeggiante dall'alto contenuto culturale. Grandi novità in arrivo e soprattutto in partenza. Do not mancate...

sabato, maggio 26, 2007


...e di punto in bianco mi sono ritrovato in una via calpestata da migliaia di scarpe, percorsa da voci divertite e da facce che non suggeriscono nulla di buono.

Lei cammina accanto a me, e sembra che i suoi tacchi stiano avendo la meglio sul suo modo distinto e sensuale di mettere un piede davanti all'altro. L'avevo vista l'ultima volta che era dicembre ma non ricordo di quale anno. Io avevo tracorso questo tempo pensando di tanto in tanto a lei, lei pensando sempre a qualcun altro. Ma per questa volta avevo deciso di non pensare a niente, e di godermi la serata. Scelgo un locale niente male a parte il cameriere: Due mojito perfavore - Sono 16 euri ragazzi -Minchia - penso fra me e me mantenendo l'espressione fredda di chi è abituato a spendere ben altro.

Poi la serata va avanti si parla di cose serie, di cose divertenti, alla fine si ride perchè il mojoto da 16 euri in fondo era buono e ci ha dato una discreta mazzata; cerco di insegnarle qualche frase in tedesco e continuo a guardarla negli occhi catturato dalle sue movenze furbe e maliziose. La serata procede bene, troppo bene...e allora si comincia a parlare di un tale architetto trentenne, sosia di Jonny Deep, artista di livello, nonchè sua anima gemella, ma.. purtroppo siamo solo amici e non ci sarà mai nulla tra noi. Io cerco di farle vedere che in fondo sono cresciuto, che riesco a restare indifferente se mi parla di un tizio di cui, forse, dovrei anche essere un pò invidioso. Passano 4 secondi e mi cominciano a girare vorticosamente le palle, ma mantengo una parvenza di calma e il discorso, fortunatamente, sfuma. E io rinsavisco.
(A volte i sentimenti scivolano come la polvere di una clessidra, con un moto regolare, calcolato, matematico, quasi; il mio vivere insieme a lei questa quiete non l'ha mai conosciuta.
Ogni singolo stato d'animo mi ha sempre trovato impreparato, ed è sempre stato più vicino all'eccesso che al giusto mezzo).
Continuiamo a parlare per un pò, fino a quando i piedi, da soli, ci riportano verso casa. Due battute ancora: sono contenta di averti rivisto - Anche io. Buonanotte.
Rimango immobile e aspetto che si allontani abbastanza da non vederla più. Ho un pò di sonno, ma sarei volentieri rimasto sveglio fino all'alba.
Farlo ora, da solo, mi sembra un pò da coglioni.

giovedì, maggio 24, 2007

De annusare


Può accadere che ci si svegli presto, mettiamo all'alba, quando il sole è ancora pallido ma già fa sudare. Può accadere di avere delle cose da fare, di organizzarsi, di perdere un treno, di aspettare il successivo e nell'attesa consumare un caffè annacquato, fumare senza voglia e vedere in prima pagina un nano da giardino con la Coppa dei Campioni. Può accadere di accaldarsi in via Ostiense, di pensare che la burocrazia è un male curabile, di inciampare su un marciapiede e di sbattere il muso su un cartello che racconta di una chiusura per sciopero, di tentare la prossima volta-grazie-arrivederci. Può accadere di sentire un giustificato, irrefrenabile e vorticoso giramento di coglioni, di tornare indietro sempre più accaldato, di inciampare nello stesso punto dello stesso marciapiede, di riperdere un treno, prendere un autobus e cercare la via di casa con la sola certezza che la giornata iniziata può essere decisamente di merda definita.


E allora ecco il portone di casa con i suoi vetri unti di salsedine, con i cardini cigolanti e la serratura che a volte non serra. Lo apro e nel tempo di passare una mano sulla fronte gocciolante annuso l'aria dell'ingresso. Qualcosa è cambiato, non l'ambiente, quello è lo stesso da dieci anni zerbino compreso, no... è cambiato l'odore, il profumo delle scale e della luce che passa dalle finestre.
Ci sono odori e profumi che si incontrano poche volte nella vita, ma che restano nel cervello a fare da contorno al ricordo, piacevole o sgorbutico che sia. Poi succede che un giorno il vento organizza una turbolenza e quegli odori tornano ad attraversare la strada che si sta percorrendo con inevitabile affiorare di ricordi, sensazioni ed emozioni.
Il profumo dietro al mio portone, in questa mattina che sapeva di merda, mi ha fatto fermare davanti all'ascensore e a forza di ricordi mi ha portato a sorridere di una tenerezza di qualche tempo fa, mi ha preso a schiaffi di nostalgia, mi ha lanciato nel tempo per qualche istante. Ma gli istanti si sa, durano poco e allora ho iniziato a salire le scale per godermi a passo lento e strusciante i ricordi che si accavallavano. E' stato bello, quasi una ricompensa, un risarcimento morale per l'amarezza di un viaggio a vuoto. Piacevoli scalini, due piani di delicata sensazione fino al mio pianerottolo. China sul suo lavoro la signora che fa le pulizie nel palazzo, sudata anche lei, seria e operosa. La guardo, lei si ferma e i suoi occhi incontrano i miei.

- Buongiorno signora, c'è proprio un buon profumo... -
- Si... è 'n prodotto novo-
- Ah... beh... ha un buon profumo -
- Mah... è robba der discount... -
- Capisco... però... -
- Però stai a camminà sur bagnato, nun potevi pià l'ascensore? Te va de sudà? -

Può accadere ad un tratto che la poesia dei ricordi svanisca su un pianerottolo, di calpestare involontariamente il lavoro di qualcun'altro, di entrare in casa in punta di piedi. Può accadere di dire che sarà per la prossima volta e di pensare che forse la burocrazia è davvero incurabile. E poi, può accadere di passare una mattina di merda, ma tra la puzza, trovare una parentesi profumata dietro ad un portone. E non credo sia poco.


lunedì, maggio 21, 2007

BeppeGrulloPuntoEbasta


Vi propongo la trasrizione di un raro documento audio: l' incursione di un tal beppe grullo nella sede di una nota radio romana.
Il testo contemplava anche velate minacce del folle nei riguardi di uno dei conduttori e della sua Audi parcheggiata fuori dallo studio...

" Signori, signori! Un po’ d’attenzione, non è possibile.. Ecco, ringrazio di cuore i ragazzi qui presenti che mi hanno invitato a partecipare a questa trasmissione radiofonica.. Li invidio, riescono a fare Radio nonostante i problemi, le multinazionali, la politica… Dio mio… La Radio… Ora, ecco, non voglio infierire, ma vi pare possibile che nel 2007 ci facciamo ancora fregare dalla radio? La radio è MORTA, signori, e non se n’ è accorta… E’ un mezzo superato, una tecnologia asservita agli interessi dei grandi manager.. ecco qui… Vi faccio vedere la bolletta della telecom, vi giuro, non scherzo.. guardate qui in basso a destra… Non mi invento niente… Vi fregano il 25% per finanziare la Radio, un mezzo di comunicazione a senso unico, non potete nemmeno replicare alle fregnacce che vi propina il conduttore perché non avete una Radio col microfono.. Questa è democrazia, secondo voi? Guardate, sarebbe tanto semplice.. Io ho trovato un metodo per fregarli, mi ha consigliato un amico che fa l’ idraulico a lugano… Esiste una tecnologia avanzatissima, a costo zero.. ZERO! Volete comunicare fra di voi? Prendete un bicchiere di carta, ci legate uno spago… lungo quanto vi pare… collegate un bicchiere di carta all’ estremità opposta e parlate quanto volete.. E’ GRATIS! GRATIS! Ho un amico di massa Carrara che aveva sempre il problema delle interurbane perché cià un fratello che vive a Trapani.. Ha comprato 1000 km di cavo in una cartoleria e si è fatto il suo cavolo di apparecchio.. Se ti avanza un pezzetto di cavo ci fai la seconda linea dentro casa… Dio mio, non ci vuole niente… L’ altro giorno pensavo alla questione dei consumi di petrolio, il rincaro della benzina, le automobili della FIAT col motore a scoppio… Dio mio, la gente ancora crede che per muoversi sia necessario acquistare un’ automobile a benzina.. E’ superata da 70 anni, non lo dico io, è stato condotto uno studio da un’ industria farmaceutica di Chiasso non convenzionata con la Bayer.. Beh, sapete qual’ è l’ automobile del futuro? E’ così semplice, dio mio, non costa niente… Vi faccio vedere il modello, guardate: l’ ha disegnato un mio amico di Berna, un fruttivendolo che nel tempo libero fa l’ ingegnere tessile.. Ecco, sembra una macchina normale.. Signori, questa macchina VA A PEDALI! Non ci vuol niente a farla, compri due copertoni, freghi qualche pezzo di carrozzeria, monti una catena col cambio a cinque marce e il motore lo lasci DALLO SFASCIACARROZZE! Ti metti lì, pedali, quando sei stanco ti fermi, quando c’ è discesa alzi i piedi, quando c’ è salita fai pedalare un automobilista che passa di lì e gli fai scontare tutto! Io non ce la faccio più, veramente… Mi sta venendo l’ esaurimento nervoso.. Quest’ Italia che non va, Dio mio.. L’ Italia.. "

mercoledì, maggio 16, 2007

Bbonasera, Giggi!


Dice fa er Proietti stasera se esibisce e m' ha invitato ar Bracaccio, dice: " daje, viè, t' aspetto, se famo du' risate e ppoi s' annamo a ffà 'n cicchetto", j' arisponno: " A Gi', io verebbe ma nun c' ho ' na lira", lui me fa: " Ma cche tte frega, entri dar retro e ppoi er quartino te l' offro io". Allora attacco er telefono e faccio pé vestimme, me dico: qua ce vole comunque n' abbito elegante, sinnò che figura ce faccio, poi magara me sgamano che nun sò dell' ambiente" . Nzomma opro l' armadio, cerco quella bella camicia che m' ha regalato zia maria quarche anno fa, robba de compleanni o de feste comannate. Niente. E' sparita. Me pija er panico, dico: e mo' che me metto, c' ho solo majette lise a maniche corte e ' na camicia rosa. Me metto ' a camicia rosa sciocchong, robba che a guardamme drentro allo specchio me pija no sturbo pe' quanto acceca. Riprovo a chiamà giggi, je vojo chiede si va bene ' na cosa ccosì, si c' è er rischio che magari me se nota, nun zo; ma giggi nun risponne, se vede che sta già a ffà le prove. allora decido che è mejo portammela appresso, sta camicia, la ' nfilo drentro allo zaino e poi se vedrà. Intanto mejo che cerco le scarpe, perchè sinnò nun posso proprio uscì de casa...

Squilla er cellulofono, deve esse giggi... mo che je dico?

Vive la vie


Higuerra è a Parigi. RiapParigi.

L’ultima volta che ci sono stato, ormai un anno e mezzo fa, Hig stava lì per cominciare una storia. Io, Monsieur Magritte, ero lì per riassaporarne l’odore, della mia storia. Troppi pochi giorni, ma bellissimi.

Non riesco a non commuovermi pensando a quella città. Parigi per me è stata la rivoluzione copernicana, l’inizio di un nuovo modo di pensare ed osservare le cose.

A Parigi ho capito che una delle cose che mi piace di più al mondo è camminare in una città che non conosco fino a perdermi. Cercare di carpirne i segreti, di bloccare le istantanee dei miei passi. Di Parigi ricordo il freddo dell’inverno, i colori di maggio, e il caldo assassino di un’estate, quella del 2003, che i francesi si ricordano ancora con terrore.

Lo so, quando parlo di Parigi divento stucchevole. Ma è più forte di me, è un senso di malinconia e levità che non saprei esprimere, il ritornello di un “tempo in cui le ore passavano leggere”, forse troppo leggere, troppo veloci. Talmente rapide che non riuscivo ad afferrarle. I giorni duravano anni, ma i mesi sono esplosi in un secondo. Ed ancora oggi sto assimilando, metabolizzando il fuoco interiore che mi porto dentro, da lì.

Mi infastidisce l’idea di tornare a Parigi per qualche giorno. Ci vorrei passare almeno qualche mese, sbragarmici sopra come si farebbe con un vecchio e comodo divano dove non ti siedi da tanto, e che sa di buono. Prendermi il mio tempo, camminare senza pensare che il giorno dopo ripartirò e che devo assolutamente fare questo o vedere quello. Infilarmi nelle viscere di un territorio che ho esplorato in lungo e in largo, e che mi sembrava sempre dolcemente sconosciuto.

Ricordo la mia altezzosità quando camminavo per strada guardando i turisti, con sufficienza. A Roma ormai i turisti nemmeno li vedo più, ma a Parigi sì, perché sapevo di non essere uno di loro, io lì ci abitavo, mi ripetevo con fierezza. Anche se in realtà, io abitavo nella banlieue, quella vera, che quando lo dicevo ai parigini, vivo a Nanterre, quelli sgranavano gli occhi, chiedendosi se fossi un pazzo, un autolesionista o uno spacciatore.

E’ stato per poco in fondo, ma quanta vita. E tutto ciò che ho fatto, scritto, vissuto, era lì, ed in quel momento, con quelle persone, quei volti. Oggi, se tornassi a Parigi, e spero sempre che prima o poi la vita mi ci riporti, anche solo per qualche mese, so che la guarderei con altri occhi. Ma la mia Parigi, quella no, non può togliermela nessuno.

martedì, maggio 15, 2007

Vienem' ' n suonno..


E' moglio il sonno oppure il sogno? Se il sonno non è coadiuvato da escursioni oniriche è più riposante? Credete che la cena della sera prima influenzi i film che ci facciamo durante la notte, oppure sono i film che guardiamo in seconda serata a danneggiare la nostra ricerca di quiete vespertina? Rimane il fatto che c' ho sonno, pur avendo dormito bene e circa 7 ore filate. Ma più passa il tempo, più mi accorgo che il riposo è fondamentale, specie se contraddistinto da un lungo, totale black out sensoriale che mi accompagna fino al risveglio. Tanto più che i miei sogni sono solo incubi popolati da morti e cimiteri oppure da assassini che mi inseguono per uccidermi con sadismo.. Quindi cosa fare per eliminare quell' alone da zombi che mi contraddistingue alla vista per buona parte della mattinata? E come eliminare gli incubi? Interrogativi beceri, che comunque entrano bene nella bocca timidamente spalancata di Le Cannù..

... Occhio, ora ho molta più barba.. Se mi vedeste, potrei tormentarvi nel sonno!

domenica, maggio 13, 2007

Weary Blues

Sette minuti alle undici. Nella testa risuonano ancora le risate di una piacevole serata, ho sete, un timido mal di testa. Vibra il telefono, un messaggio: Non ricordo quanti sono, ma te li porti male. Roger.
Mi auguro un buongiorno tra un'abluzione e la ricerca di una maglietta adatta alla colazione. Un bacio materno, il forno custodisce qualcosa che sa di buono, intanto mi dedico ai cereali con il caffè/latte per iniziare la giornata con lo sprint giusto. La televisione vomita le immagini di piazze gremite, seguono commenti, io dico si, io dico no, io dico vaffanculo e cambio canale. Doccia, denti, qualche telefonata di congratulazioni, una musica bella e inaspettata. Esco per un caffè al bar della stazione, orde di bagnanti del maggio si avviano in direzione spiaggia libera, ancora telefonate, qualche messaggio. E' quasi l'ora di pranzo, apro la porta, i parenti festanti si sono moltiplicati, auguri, grazie, un pò più vecchio, eh si fa quel che si può... Pasta al forno, pomodori e riso, vitel tonnée, vino bianco, mi passi il pane, no il formaggio non mi va grazie. Due chiacchiere, che poi diventano quattro e ritornano ad essere due perchè si inizia ad avvertire un certo abbiocco. Sigaretta in balcone, il mare è calmo, mio padre scruta l'orizzonte, non ci sono nuvole. La torta sembra buona, ci sono le fragole, a me piacciono le fragole, le candeline ci sono tutte, passami l'accendino, siamo pronti, 1-2-3 vai con lo spengimento, no aspetta la foto non è venuta, ripassami l'accendino allora, vado?, vai, 4-5-6, olè, baci e abbracci. La torta è buona, l'aspetto non ingannava, lo spumante è troppo dolce, vabbè quanto rompi il cazzo, no era così per dire... Regali, buste e bustine, con questi ci compri il gelato, mah... con questi in realtà ci compro la gelateria. Caffè? si, grazie. Allora quanti? uno, tre, cinque, sei. Sei allora, no anch'io scusa, allora sette. C'è il gran premio, pochi giri e gli zii crollano nelle morse della pennica, qualche messaggio augurale, se rispondo a tutti questo compleanno mi costa una tombola, uno squillo credo che possa bastare. Il pomeriggio avanza, chi non dorme ha l'aria di chi lo farà presto. Mi affaccio in salone, tossisco piano, qualcuno solleva le palpebre, ne approffitto per salutare, io esco con qualche amico, va bene, ciao, auguri ancora, grazie, un bacio generale.

Amici al solito locale, un caffè americano, due grazie, facciamo tre, per me caffè normale, l'americano too bevi te, si in effetti è un pò una purga. Vabbè, allora domani andiamo in onda, scriviamo la scaletta così diminuiamo le possibilità di entrare nel panico. Consulti, tempi, questo così, qui ci mettiamo questo, poi un pò di musica, si mi sembra buona, mah... si, alla fine si. Il caffè è finito, facciamo due passi, si sta bene, passeggiata al parco, bambini strillanti, mamme attente agli spostamenti dei pargoli. Troviamo un muretto isolato, chi si sdraia, chi si siede, chi fuma, chi propone un programma serale. Un paio di telefonate, quelle degli auguri pomeridiani, si grazie, eh... si siamo stati a pranzo a casa, ora sto in giro con un pò di amici, grazie, anche a te, un bacio, ciao. Torniamo alle macchine, torniamo a casa che ci sono delle cene da consumare e questa assolata giornata sta per finire. Allora stasera? facciamo che ci sentiamo dopo, ci aggiorniamo a più tardi, va bene, ciao.

La cena è leggera, uno stuzzicare per evitare rimorsi alle undici, esco in balcone, si sta bene, poche macchine, un odore sottile di pesce alla brace, la pineta è una macchia scura, c'è ancora un pò di luce e sono arrivate anche le zanzare. Le gambe chiedono rilassamento, mi sdraio due minuti, il letto è fresco, accendo lo stereo, c'è una musica, una voce di donna, una bella voce di donna. Bella e inaspettata.

martedì, maggio 08, 2007

N'antra vorta ON AIR


Dopo il successo della puntata numero O, questa sera, dalle ore 23.00 alle ore 24.00, torna Cafè Absurd on line sulla web-radio di www.broadcastitalia.it
Seguiteci perchè come già detto in precedenza siamo bravi, belli e continuiamo ad essere incensurati...

domenica, maggio 06, 2007



Molti di voi avranno visto la clip riportata sul seguente link: http://europa.tiscali.it/futuro/speciali/bozzetto.html. Nonostante sia divertente ogni volta che la vedo mi viene un pò di tristezza. Quando cambierà tutto questo? Quando riusciremo ad essere un popolo degno del rispetto altrui? Mai...specialmente se continueremo a farci pubblicità con questi loghi osceni (vd sopra).

P.S. La benzina negli ultimi mesi è aumentata in modo vertiginoso nonostante il prezzo del petrolio sia sceso: ho pensato, quindi, di indire uno "sciopero della maghina"; la data, la si dovrebbe scegliere insieme. Quanti di voi sarebbero disposti a rinunciare all'automobile per qualche giorno? Quante persone si potrebbero coinvolgere? I francesi sono riusciti a far scendere il prezzo della carne semplicemente non comprandola; potremmo fare lo stesso con la benzina!Fatemi sapere, l'adesione è gratuita...

Un saluto a tutti,

Bisca incazzato

sabato, maggio 05, 2007

ON AIR


Gentili lettori bloghettari, amici tutti vicini e lontani, gente di mare che se na va dove gli pare dove non sa, questa sera dalle ore 22 alle ore 24 andrà in onda sulla web-radio di www.Broadcastitalia.it la puntata numero O di Cafè Absurd, trasmissione di carattere cazzereccio dagli spunti ironici e del tutto improvvisati a cura di Sgamas, Bisca, Higuerra, Scalia e del piccolo LeCannù, improvvisamente scomparso in questo Sabato primaverile. Ascoltateci numerosi perchè siamo giovani, bravi, belli ed incensurati.
Con l'augurio che vanno tutte cose buono,
il Collettivo ricreazionista 29 Settembre.

Quesito sacro


Cosa sta facendo Gesù?

a) Sta indicando alll' ufficio oggetti smarriti la lunghezza del suo cane bassotto, tale Barabba;

b) Si arrende ai cattivi diessini di scuola dalemiana che lo hanno pizzicato da solo in cortile col cestino della merenda;

c) Fa esercizi di respirazione dopo l' ultimo attacco di asma bronchiale;

d) E' in attesa che gli caschino le braccia, dopo aver assistito impotente alla capitolazione dei suoi attributi di fronte all' idiozia del clero.

e) altro;

f) un altro ancora;

g) portece n' antro litro.

May on my mind


Chiudo gli occhi e il primo pensiero che Maggio pesca nei miei ricordi è quello del parco della Caffarella. Verde che si espande a macchia d' olio, con le sue radure ed i suoi angoli silenziosi tra il rumore discreto dell' Almone che scorre da timida marana qual' è , ed il muggito delle vacche in lontananza, verso la vaccareccia, un casolare ottocentesco dove ancora si pratica allevamento bovino e suino, a pochi passi dal centro di roma e ad uno sputo dal parco dell' appia antica. Spesso mi caricavo lo zaino in spalla e pedalavo sulla mia bici alla ricerca di un angolo che fosse solo mio, dove avrei potuto studiare senza fastidi e fumare almeno sei sigarette in santa pace, noncurante dei pollini che avrebbero aggredito le mie narici e mi avrebbero fatto lacrimare come un bimbo alla prima visione di " E. T". Questo succedeva sino a non molti anni fa, e sento la mancanza a volte di quei momenti in cui non avevo nemmeno il pensiero di un cellulare che mi rendesse reperibile ai miei genitori. Ero lì e basta. Ed ero al contempo in molti luoghi, tutti al riparo dal frastuono, ma nessuno di essi era un ouk topos. Quelli sarebbero venuti in seguito, col loro carico di autunni e inverni senza apparenti sbocchi. Ora la primavera è qui, e la sento, ne faccio parte e la mia vita è davvero piena di potenzialità.

Ma spesso ho voglia di Caffarella,

che ci posso fare?