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mercoledì, febbraio 28, 2007

La paranza nel pallone


E poi si sa che il mercoledì sta sempre in mezzo. E' proverbiale, è ricorrente, di settimana in settimana. Un mercoledì uggioso e che dunque spavaldo ugge il tempo casalingo. Ma è anche un mercoledì canoro, festivaliano e floreale. E allora un bello sguardo allo share, ma siamo sicuri? Così poco? Pensavo meglio, però Baudo è un grande professionista, ci mancherebbe. Una giornata all'insegna della paranza e della parvenza in una stanza col mal di panza senza valenza e senza fragranza non c'è Costanza che sta a Vicenza per un sit-in anti-alleanza. Un mercoledì di fiducia, di uno speriamo che la Montalcini non c'ha l'influenza, di votazioni senatoriali, di giurie demoscopiche e di giurie di qualità, ma se si punta sulla quantità allora cambia tutto. Vince AlBano e cade il GoVerno. E poi si fa la conta, si chiudono le telefonate e il miglior giovane di questa edizione diventa Ministro degli Esteri. Ma è anche un mercoledì di Italia pallonara, di campionato e di moviole, di stadi vuoti, di studi pieni, di giovani pulzelle in bilico sugli sgabelli messe in posa a leggere risultati che nessuno ascolta perchè il richiamo della tetta scoperta è più forte. E' una bella giornata dove la squadra ha giocato bene, sono contento per il gol che ho fatto ma l'importante erano i tre punti. E' un bel discutere sul rigore che non c'era, sul furbetto che è caduto da solo, ma ti dico che non è così, ma si è buttato è simulazione, vabbè allora c'hai ragione tu. E intanto ai mondiali di un cacchio di sport un italiano di sedici anni diventa campione dell'universo conosciuto e non conosciuto, si bene, bravo, ma c'è Galliani con il nostro inviato. Che bel giorno questo mercoledì, quasi divertente se per un giorno lasci da parte la voglia di incazzarti. No. Non sono polemico, sto solo giocando. E' importante giocare, ma anche mangiare, bere, sognare. Ieri, a proposito, stavo raccontando un sogno ad una certa persona. Mi sono accorto che i sogni è bello farli, ma anche raccontarli a volte ti lascia un bel sapore.

P.S. Buona giornata.

giovedì, febbraio 22, 2007


DRRIIIIIIIIIIIIIIIN!!

- CLICK!- :

" Caro Cittadino, risponde la segreteria telefonica delle segreterie di Partito. Siamo definitivamente assenti per quanto concerne le vostre richieste, perchè impegnati a farci i cazzi nostri e a rifilarvi candidati al parlamento scelti personalmente da noi. Pertanto, anche il più simpatico tra loro, il più anticonformista, il più coraggioso, sarà una nostra scelta e non vostra. Siete pregati di farvi un giretto in qualche altro paese se questo sistema non è di vostro gradimento. Digitare il tasto uno oppure riagganciare, fa lo stesso.."

- CLICK!!-

mercoledì, febbraio 21, 2007

io boh

e niente quindi dice che è cascato il governo Prodi. Che vi devo dire, mi fa strano. Mi ci stavo abituando a quelle facce da cazzo al governo. Quasi mi dispiace. Poi considerando il fatto che massimo una settimana faranno un bel rimpastone tecnico e salirà al governo un ottantenne con la prostata ingrossata, qualche condanna per corruzione, ed un passato nella DC, beh, era meglio il l'uomo della goldmann sachs. E invece dice che è caduto, in basso, insieme al paese che ormai non prova neanche più a rialzarsi. Che la sinistra non esista più lo si sa da tempo, è diventato ormai un luogo comune, non ci provo neanche a capirle certe loro tendenze neo-liberiste. Quello che è inoltre ormai evidente, ed il comportamento di quei due senatori della sinistra radicale lo conferma, è la totale non-corrispondenza tra la volontà popolare ed i comportamenti dei rappresentanti in parlamento. Dite che anche questo è un luogo comune?Eh, ma qui non si sa più come parlare. Per farla breve, da un pò di tempo la vedo Chomsky, Pasolini, Bakunin: fosse che è il principio di rappresentanza ad ammazzare la vita democratica di una nazione moderna?

domenica, febbraio 18, 2007

Alle prese con una semplice milonga



















- Ci vediamo davanti alla tangheria di Pilar. Puntuale -
Niente saluti, Roger è fatto così. Una tangheria... Certamente qualcosa che abbia a che fare con il ballo. Di sicuro è il posto dove si balla il tango, ma il nome mi sembra strano. No Pilar, tangheria intendo. E allora per evitare brutte figure con Roger vado a vedere sul dizionario, cerco con cura il lemma ma non trovo nessuna occorrenza che si avvalga dell'ufficialità della linguistica italiana. Rimango perplesso, cerco meglio ma non trovo nulla. Roger ha usato un termine che l'Accademia della Crusca non riconosce. Mi sembra strano che Roger sia incappato in una tale distrazione. Rimango a riflettere, tento un'ultima ricerca senza esito. Poi mi accorgo che il tempo passa e che Roger ha detto di essere puntuale. Lascio sul tavolo le ricerche ed esco. Salgo in macchina, metto in moto e al primo semaforo mi assale uno straordinario ed ulteriore dubbio. Dove cazzo sta la tangheria di Pilar? Parcheggio in doppia fila davanti al primo Bar, entro e chiedo le pagine gialle. Già che ci sono aggiungo un caffè e un pacchetto di cartine, quelle francesi, le OCB esatto, no no... quelle nere grazie. Sfoglio il pesante volume, mi fermo. Devo cercare sotto la voce tangherie? No, non credo anche perchè quella parola non esiste e allora vado diretto nella sezione relativa alle sale da ballo. A Roma ce ne sono parecchie, un parecchio che tende al tanto, forse al troppo per la mia ricerca. Sfoglio rapido cercando di stare attento a tutte le voci presenti sulle pagine e poi, improvvisa e consolatoria, una piccola icona in basso a destra... Tangheria di Pilar, via dell'intreccio 28, tel. 069378xxx. Finisco il caffè e rimonto in macchina. Lo stradario mi comunica che la via in questione è esattamente a sette tavole dalla via di casa mia. Sette sono meglio di otto e allora vado, veloce perchè Roger ha precisato di essere puntuale. Traffico, semafori, inattesa deviazione causa mercato e in un tempo accettabile sono a Via dell'intreccio 28, Tangheria di Pilar, tel. 069378xxx. L'ingresso è grazioso, una porta in legno dipinto di blu, una targhetta che riporta informazioni varie su corsi ed orari. Sono puntuale, Roger non si vede, rollo una sigaretta. Da una finestra sopra al portone giungono note di milonga che rendono il marciapiede un piacevole luogo d'attesa. Fumo rimanendo in ascolto, è anche una bella giornata, c'è il sole e non fa freddo. Tre tiri di sigaretta e il portone si apre. Mi giro e trovo Roger che sorridente mi invita ad entrare.
- Non avevi detto davanti alla tangheria? -
- Si, ma Pilar mi ha visto qui sul marciapiede e mi ha pregato di entrare -
- Capisco... ma Roger, perdonami... da quando hai la passione per il tango? -
- Beh caro Scalia, in verità ti dico che io del tango non ne so un granchè, ma Pilar e tutti quelli che vengono qui a ballare sono convinti che io sia un grande esperto di questo ballo e poi la questione va oltre il tango. Diciamo che è più semplice... -
- Non capisco Roger, ma se qui hai trovato una tua nuova dimensione vorrà dire che mi adeguerò a questa tua nuova veste di ballerino di tango -
- Ecco bravo, adeguati -
- A proposito di veste, ma che diavolo ti sei messo addosso? -
- Ah... questo è un regalo di Pilar, un completo fatto arrivare dall'Argentina. Me lo ha fatto fare su misura. Ti piace? -
- Non ho parole -
- Bene, allora basta parlare qui sulla porta. Saliamo che ti presento Pilar e alcuni ballerini -
Saliamo una rampa di scale poco illuminata e arriviamo ad una porta a vetri. Si intravedono figure non definite, la musica è sempre la stessa, decisamente bella.
- Roger... -
- Dimmi ragazzo -
- E'una milonga vero... -
- Me lo stai chiedendo o lo sai? No, perchè io sinceramente ancora non l'ho capito, ma sai Pilar è così carina... -
- Andiamo bene... -
Roger apre la porta, la musica si fa più intensa. Una donna ci viene incontro sorridendo.
- Scalia, ti presento Pilar. Pilar, lui è il mio amico Scalia -
Pilar è di una bellezza straordinaria, una bellezza che fa perdere le parole. Mi tende una mano, sorrido e soffio fuori un buongiornosalveciaocomestai. Poi Roger mi presenta alcune coppie presenti in sala, sembrano simpatici, ma non mi sento a mio agio, soprattutto perchè Roger è vestito come un manichino della Rinascente. Proprio lui, Roger "Il drago", linguista, poeta, intellettuale, maestro di vita e di vizi, dispensatore di novelle ed insegnamenti. Mi intrattengo a parlare con la combriccola danzante cercando di evitare l'argomento tango ballato sul quale sono completamente ignorante. Me la cavo egregiamente tra battute e convenevoli e poi la musica riparte. Roger scherza con Pilar, sembra un altro, ridono di niente ed io resto a guardarli nel mezzo della pista da ballo. Sono straordianariamente belli, sembrano bambini, sembrano felici. Rimango immobile mentre intorno a me si intrecciano corpi in un ballo che profuma d'amore. Poi Roger mi guarda e si avvicina.
- Credo di essermi innamorato Scalia -
- Lo credo anche io Roger -
- Ti ho fatto venire qui per farti vedere la mia Pilar, per fartela conoscere. Ci tenevo... -
- Mi fa piacere Roger, sono contento per te, complimenti è una donna bellissima -
- Già... è veramente eccezionale. Mi fa sentire un uomo migliore, non credo di essere mai stato così bene. E poi è... è... -
- Lascia stare le parole, per questa volta non servono -
Roger mi sorride e credo arrosisca un pò.
- A che pensi - mi domanda.
- Pensavo che sei proprio innamorato, completamente... Sai, ho controllato e la parola tangheria in realtà non è attestata. Non è da te usare parole che non abbiano riscontro ufficiale. Deve esserti successo qualcosa... ed ora ho capito cosa -
- Ah, ma lo hai detto tu ora, le parole per questa volta non servono. Bisogna imparare ad andare oltre... Oltre i nostri studi, oltre i nostri ragionamenti, oltre il nostro voler ordinare perchè è lì che sta la semplicità. E' soprattutto per questo che ti ho chiesto di venire qui. Sapevo che avresti cercato il termine tangheria, sapevo che avresti avuto il dubbio di un mio comportamento estraneo a ciò che sono stato fino ad oggi. Hai cercato su un libro, su un dizionario, ma nonostante tu sappia quanto importante sia per me la ricerca sui documenti, non era solo lì che dovevi cercare. A volte bisogna lasciare da parte gli esempi delle parole. Il tuo esempio ce l'hai davanti a te, in questa sala da ballo. In questa tangheria, in un posto che ha un nome che non esiste e che pure è quanto di più reale io abbia mai vissuto. Come diceva quel poeta... Ah, io sono qui, sono venuto a ballare, sono venuto a cantare e di nascosto ad amare... Ti saluto ragazzo, ora se permetti ho una milonga che mi aspetta... -
Roger si volta, si avvicina alla sua donna. Li guardo iniziare il loro ballo, sembrano felici, sembrano bambini, sono così veri.


mercoledì, febbraio 14, 2007

Ventis dare vela

Poi è capitato di dover discutere sul tempo latino e sulla sua letteratura. E' capitato di dover attendere il proprio turno seduto in un corridoio. E' capitato di non pranzare e di fumare troppo. E poi è capitato di dire "sono pronto, daje, che voi sapè?". E' capitato che è andata bene. Adesso mi rilasso un pò. Rimaniamo che mi faccio vivo io.

P.S Nella foto parte del capoccione di Cicerone.

martedì, febbraio 13, 2007

Me sò sbloccato

Trenta e lode. Meglio di una defecatio post prandium...

p. s. : E il sor Scalia?

lunedì, febbraio 12, 2007

... e duecento.


Francamente non so come celebrare il duecentesimo post, perciò mi limiterò a prenderne nota. Otto mesi di vita blogghista hanno prodotto duecento esposizioni di libero pensiero, circa una ventina al mese, molte delle quali portano la firma di autorevoli esponenti del cialtronismo italiano, in primis il sottoscritto. Si è parlato di tutto pur di non parlare di niente, si è parlato di niente pur di parlare di tutto, si è parlato di qualche cosa per spostare l' accento su altro, si è cianciato di auliche aspettative e retrospettive per dissertare proprio su di esse. Ciò che manca ancora a questo blog è un distribuore automatico di bevande e caffè, ma ci stiamo lavorando su , come anche per portare mino reitano nella schermata di metà marzo.
Ringrazio tutti quelli che continuano stoicamente a leggerci, magari frustrati perché non possono nemmeno utilizzare il supporto di stampa per secondi fini dopo aver letto le notizie... Se riusciremo ad arrivare a cinquecento post, vi prometto che installerò anche le lampade al neon, oppure luminarie a basso consumo.

Bllah!

Evviva la Satira Buona!



" Sono Carlo Azeglio Ciampi!!"

AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHHAHAHA!!!!

" Sono Pippo Baudo!!!"

AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!

" Sono il caxxo che te se frega!!!"

AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!

Dessert: cosce, culi e tette e coreografie stra- edite, il tutto condito con la immancabile presenza dei politici e sganasciate a go go. Da sottolineare la palombelli alias martufello e oreste lionello nei panni di martina stella. Dire che sono ridicoli è dire poco..

sabato, febbraio 10, 2007

Ora la Dico io qualcosa...

Dico solo una cosa. vaticano, vescovi, papa, partituncoli di questa pseudo destra becera e cattolica quando gli fa comodo, mastella e camorristi al seguito: ci fate schifo, siete solo dei maledetti sepolcri imbiancati. Questo è quello che Dico io, ma secondo me lo diciamo in tanti.
PS: non avrei mai creduto un giorno di dover arrivare a fare il tifo per la Bindi...siamo ancora un paese a sovranità limitata.

giovedì, febbraio 08, 2007

Chi è bell' ?


L' unico parere positivo che io abbia sentito riguardo alll' obrobrio che( da alcuni anni ormai) svetta al centro di piazza re di roma è stato quello del mio caro amico Magritte( o come si fa chiamare).

Voi cosa ne pensate?

E bello quanto tracce di spinaci in mezzo ai denti perfetti di una bella ragazza( secondo me).

mercoledì, febbraio 07, 2007

telè fe no casa..


Esiste una grossa categoria di taglieggiatori patentati in Italia: è la cosiddetta " classe media", quella che si rivela attraverso varie forme di manifestazione e associazione spontanea, ma che si riconosce soprattutto attraverso quello che è oggi uno status symbol: la casa, l' immobile. La popolazione italiana è costituita da un numero impressionante di piccolo- medio borghesi che lamentano le carenze del lavoro salariato, che scendono in piazza contro la guerra, che sostengono i diritti civili, e che nel contempo si fanno forti dell' unica certezza acquisita: la casa. Ma non perchè comprendano che la casa è un elemento indispensabile per la crescita e la stabilità del nucleo familiare, del futuro lavoratore( in sintesi: del cittadino). Immemori delle fatiche da essi stessi compiuti per acquistare spazio vitale, o forse in virtù di quello, si danno alla nobile arte della grassazione legalizzata: sparito l' equo canone, spariti i più elementari brandelli di etica civica, essi vendono o affittano gli appartamenti a prezzi esorbitanti, scandalosi, come se fosse la cosa più natuarale del mondo. Nel 2002 pagavi per un appartamento di 100 mq circa 700 euro d' affitto? Ora sei pazzo se non ne richiedi almeno 1400. Non è cattiveria, è il libero mercato che lo dice: è la speculazione che lo caldeggia. Sei uno studente, e pertanto non hai nessun reddito dichiarato? Sborsa 350- 400 euro più le spese per una merdosa stanza singola: tanto c' è mamma che paga! Non ti va bene, è un sopruso? Quella è la porta.
Per una volta, dico una volta soltanto, vorrei che la politica la smettesse di rincorrere fumosi progetti che non riguardano il cittadino. Per una volta, vorrei svegliarmi e vedere le gente in piazza a milioni per ficcare su per il culo ai loro padroni di casa i relativi contratti. Per una volta, vorrei vedere qualche parvenza ectoplasmatica di politico indignarsi per qualcosa di serio, motivato. Ma l' instabiltà sociale va bene a tutti. Senza tutele, senza sindacati degni di questo nome, senza una coscienza civile e sociale comunemente accettata che ci consenta di alzare la testa fottendocene del fatto che potrebbero tagliarcela, senza la consapevolezza del fatto che i nostri nemici si annidano nelle immediate vicinanze, senza tutto ciò non vale la pena nemmeno arrabattarsi per cercare un lavoro. Lavorare per pagare uno stronzo che ci consente munificamente di alloggiare all' interno delle sue quattro mura, intese unicamente come fonte di profitto, non serve veramente ad un cazzo.

La classe media mi fa schifo.

domenica, febbraio 04, 2007

Fine dei giochi

Nel febbraio del 2004 ho iniziato a lavorare in un'agenzia di scommesse sportive. Ho sempre lavorato il fine settimana, a volte il mercoledì di coppa, tutti i giorni in occasione dei mondiali e degli europei di calcio. Ho fatto un conto approssimativo, ma abbastanza verosimile e ho calcolato che in tre anni di lavoro ho toccato banconote per un totale che si aggira intorno al milione di euro. Una cifra considerevole se penso ai miei sei euro di paga all'ora. Fare lo sportellista è un lavoro noioso come ce ne sono tanti, un lavoro che non offre prospettive, e chi lo fa ( soprattutto giovani e tra loro tanti studenti come me ) sa che non sarà per tutta la vita. L'ambiente di un'agenzia di scommesse ippiche e sportive è difficile da descrivere. Raccontare i personaggi che lo frequentano è un esercizio di letteratura neorealista e di fine analisi psicologica. Io, per tre anni, ogni volta che sono andato a lavoro, ogni volta che ho varcato la porta a vetri antiproiettile, ho incontrato sempre gli stessi volti, le stesse persone con gli sguardi persi nei televisori che trasmettevano le corse dei cavalli. Li ho visti studiare a memoria le quote delle partite o perdere centinaia di euro ai videopoker, li ho sentiti coniare bestemmie e sommergersi di sproloqui, li ho visti litigare e disperarsi per un fotofinish dannatamente rivelatore. Per tre anni, li ho visti andare su e giù per la sala scommesse, li ho visti entrare lì dentro alle dieci di mattina ed uscire alle otto di sera. Da dietro il vetro della mia cassa ho assistito ad uno spettacolo umano che all'inizio credevo buffo. Poi ho iniziato a capire e ho cercato di provare rispetto per quegli uomini e per la loro malattia del gioco. Ho cercato di essere gentile e a volte sorridente, ma la cortesia non fa parte del gioco, del loro gioco. E così la decisione di non ridere più quando si lavora, di usare la cortesia solo per alcuni un pò più umani, di fare il mio lavoro senza troppa confidenza che tanto anche se non rido mi pagano lo stesso. I personaggi dell'agenzia, i clienti fissi hanno nomi e soprannomi. C'è l'avvocato, giornalaio dall'alba alle dieci di mattina e poi assiduo "cavallaro"; c'è l'ingegnere dalla scommessa pesante, ricco traffichino nonchè candidato nelle liste di un grande partito della libertà alle ultime amministrative; c'è valium, uomo sporco e lento dall'orario prevedibile; il cravattaro, con l'hobby della cocaina e delle belle giacche; Alì, pakistano perfettamente inserito nel sistema; c'è Luciano, pensionato ignorante dall'atteggiamento ambiguo che tende allo stronzo; ci sono poi una dozzina di polacchi e rumeni che riescono ad essere gentili anche alla quindicesima Peroni; Gaetano, uno che di professione perde ai cavalli e che nel tempo libero bestemmia la Madonna; ci sono due o tre ragazzi della mia età che forse sono ancora in tempo per capire che il loro tempo di giovani potrebbero viverlo diversamente. Ne dimentico tanti di personaggi in questa breve lista e ad essere sincero ci sono alcune persone che risultano simpatiche e gentili. Mi viene in mente Nicola, Tonino il sordo che un pò ce è e un pò ce fa, Salvatore il laziale e parecchie altre persone che vengono a giocare la schedina domenicale e che a volte capiscono l'amarezza di un lavoro che annichilisce il cervello. Nell'agenzia in questi anni ho assistito a scene non-ordinarie, litigi, scazzottate, offerte sessuali da parte di attempate signore in cambio di pochi euro da giocare sull'ultima corsa di Agnano, pistole sotto la giacca, poliziotti in fila con gli spacciatori. Ho incassato dozzine di vaffanculo. A volte ho risposto e a volte no perchè in fondo il cliente, anche se maleducato, ha sempre ragione soprattutto quando è sotto botta di cocaina e in tasca ha un coltello. Sembra una descrizione assurda, ma così è e per tre anni ci sono stato dentro.

Ieri mattina vado a lavoro e la caposala mi dice che il campionato è sospeso, che hanno ammazzato un poliziotto a Catania, che non ci sono scommesse. Mi vengono subito in mente le parole di Pasolini dopo i fatti di Valle Giulia: i poliziotti figli del popolo e gli studenti con i soldi di papà. Poi mi fermo e penso che non ci sono lotte studentesche o ideali da difendere il venerdì sera allo stadio. C'è una partita di calcio, quel calcio grazie al quale ho lavorato nell'agenzia di scommesse per tre anni, ma che in realtà ho smesso di seguire assiduamente da molto più tempo. Ci sono i campionati stranieri mi dice la caposala e quindi mi faccio 8 ore di agenzia a ritmo rallentato e doppiamente noioiso. Alla sera torno a casa, mangio, dormo e questa mattina entro in agenzia per il mio turno domenicale e vado nell'ufficio del direttore. Il direttore è un uomo gentile, con una grossa pancia gonfia, i capelli bianchi e una tendenza fascistoide che ha subito il fascino del capitalismo prima e del berlusconismo poi. Gli spiego che sto per laurearmi, che devo finire alcuni esami, che due soldi da parte li ho messi e che non ho più tempo per l'agenzia. Gli assicuro una disponibilità di ancora un mese in modo che lui possa organizzare la mia sostituzione e mi licenzio con la serenità di chi ha fatto il proprio lavoro di merda per tre anni senza mai litigare con un collega mantenendo con il direttore un rapporto di reciproca fiducia. Il direttore - che è uomo ragionevole - ragiona e capendo la mia situazione, se pur rammaricato, appoggia la mia decisione offrendomi la possibilità di fare qualche turno se dovessi avere bisogno di qualche spicciolo. Mi sembra una soluzione vantaggiosa e un'offerta generosa. Ringrazio e me ne torno a lavoro per il mio turno, dietro il mio vetro a guardare l'umanità che ancora per qualche tempo accompagnerà i miei fine settimana. Oggi li guardo bene i miei "clienti", meglio del solito perchè c'è poco da lavorare, perchè il campionato oggi non c'è, perchè hanno ammazzato un poliziotto durante una partita di calcio.

P.S Oggi per la terza volta in vita mia ho giocato la Tris che si correva a Roma.
12 EANNAMO
5 BOLIS DI S
15 FAMME FATA
Il 5 l'hanno dato per disperso.