... Così cantava Max Gazzè. L'imprevisto è parte della vita. Forse ne costituisce l'aspetto più stimolante, anche quando stravolge negativamente la nostra quotidianità. L'imprevisto genera crisi, ripiegamento, riflessione e sommovimento di idee, che escono dall'incubazione, dalla stasi, e si traducono in variabili e movimento. Perciò va riconosciuto subito e assecondato: l'imprevisto ci spinge alla ricerca. Come questo blog, anche se il fine non è chiaro neppure a me...
sabato, maggio 05, 2007
May on my mind
Chiudo gli occhi e il primo pensiero che Maggio pesca nei miei ricordi è quello del parco della Caffarella. Verde che si espande a macchia d' olio, con le sue radure ed i suoi angoli silenziosi tra il rumore discreto dell' Almone che scorre da timida marana qual' è , ed il muggito delle vacche in lontananza, verso la vaccareccia, un casolare ottocentesco dove ancora si pratica allevamento bovino e suino, a pochi passi dal centro di roma e ad uno sputo dal parco dell' appia antica. Spesso mi caricavo lo zaino in spalla e pedalavo sulla mia bici alla ricerca di un angolo che fosse solo mio, dove avrei potuto studiare senza fastidi e fumare almeno sei sigarette in santa pace, noncurante dei pollini che avrebbero aggredito le mie narici e mi avrebbero fatto lacrimare come un bimbo alla prima visione di " E. T". Questo succedeva sino a non molti anni fa, e sento la mancanza a volte di quei momenti in cui non avevo nemmeno il pensiero di un cellulare che mi rendesse reperibile ai miei genitori. Ero lì e basta. Ed ero al contempo in molti luoghi, tutti al riparo dal frastuono, ma nessuno di essi era un ouk topos. Quelli sarebbero venuti in seguito, col loro carico di autunni e inverni senza apparenti sbocchi. Ora la primavera è qui, e la sento, ne faccio parte e la mia vita è davvero piena di potenzialità.
Ma spesso ho voglia di Caffarella,
che ci posso fare?
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