... Così cantava Max Gazzè. L'imprevisto è parte della vita. Forse ne costituisce l'aspetto più stimolante, anche quando stravolge negativamente la nostra quotidianità. L'imprevisto genera crisi, ripiegamento, riflessione e sommovimento di idee, che escono dall'incubazione, dalla stasi, e si traducono in variabili e movimento. Perciò va riconosciuto subito e assecondato: l'imprevisto ci spinge alla ricerca. Come questo blog, anche se il fine non è chiaro neppure a me...
sabato, luglio 24, 2021
Respirare, ancora.
Esiste una continuità tra il tempo e lo spazio? E' possibile azzerare distanze apparentemente insanabili attraverso l'emozione immediata e quasi paralizzante che un luogo suscita in ogni poro della tua pelle, in ogni cellula e fibra del tuo essere, attraverso i suoi odori in primo luogo e poi con le immagini che puoi vedere, toccare, e di nuovo continuare a respirare?
Esistono luoghi e tempi dell'anima, che appartengono e apparterranno soltanto a te in ciascuno dei multiversi esistenti, esistiti, razionalmente e irrazionalomente sostenibili?
Quale forza ci trascina e ci sospinge per valli antiche eppure sempre nuove alla scoperta di uno sguardo lanciato lontano a ricercare memorie di uomini, di vita e d'esistenza? Quale sentimento ci spinge a rimanere senza fiato e a non volerne, per continuare a respirare senza sosta il senso dell'eterno ritorno nel nostro ritaglio di spaziotempo?
Non ho risposte razionali, soltanto il desiderio di una costante e ineluttabile ricerca del "nòstos" e di quella sublime e profonda "alghìa".
Bentornati e bentrovati, viaggiatori dell'imprevisto.
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