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giovedì, luglio 07, 2022

Il ruolo

Una comunicazione ufficiale, nel burocratese a cui tutti fatichiamo a rassegnarci, conferma la mia assunzione definitiva come insegnante: ho ottenuto il fatidico ruolo, docente in aeterno. Il ruolo: non è poi quello che tutti recitiamo nella vita? Spesso distrattamente, confusamente, tristemente e mollemente adagiati sul baratro. Questo ruolo da protagonista, invece, mi consente di guadagnare il proscenio; è una condizione esistenziale, badate bene. Credo di essere stato sempre proteso verso l'insegnamento e la trasmissione del sapere, verso l'ascolto dei più giovani, dei più indifesi e dei cuori sensibili. Quindi, a ben vedere, sembra quasi che questa nuova condizione sancita per decreto non sia affatto una sorpresa. E invece no: è una sorpresa e una gioia al contempo, perché dietro ad essa c'è un percorso tortuoso, sofferto e pienamente personale e intimo; come il primo attore che si prepara per settimane e mesi, così io ho lavorto alacremente e teatralmente, proiettato in assoluto verso quel ruolo così agognato. Ed ora gioisco per gli applausi a scena aperta, mentre il faro ancora mi acceca.

2 commenti:

enzorasi ha detto...

Dentro il "ruolo" di un insegnamento ci sono così tante cose: c'è il sacrificio, l'attesa, la volontà di fare, l'etica, la conoscenza, c'è infine anche un minimo di sicurezza economica che non guasta. C'è soprattutto il Ruolo, in un paese che lo ha sempre vituperato. Sono contento per te Professore.

Le Cannu ha detto...

Grazie mille... Sono convinto ormai che la continuità sia essenziale per poter accompagnare gli alunni in un percorso di crescita. La precarietà toglie ai discenti questa importante occasione educativa e al contempo compromette le possibilità di strutturare un'azione didattica degna di questo nome. Un paese che accetta il precariato dei docenti senza far le barricate in piazza è un paese che non ha a cuore il futuro dei propri figli.