... Così cantava Max Gazzè. L'imprevisto è parte della vita. Forse ne costituisce l'aspetto più stimolante, anche quando stravolge negativamente la nostra quotidianità. L'imprevisto genera crisi, ripiegamento, riflessione e sommovimento di idee, che escono dall'incubazione, dalla stasi, e si traducono in variabili e movimento. Perciò va riconosciuto subito e assecondato: l'imprevisto ci spinge alla ricerca. Come questo blog, anche se il fine non è chiaro neppure a me...
domenica, agosto 13, 2023
De otio.
Sto abbracciando completamente il concetto di vacanza: fare il vuoto totale laddove regnava un groviglio di impegni e scadenze. Ed è davvero la medicina migliore contro lo stress, soprattutto quando sei immerso in contesti quasi atemporali come l'Umbria medievale, quella le cui pietre rosa calcaree del Subasio si scaldano dolcemente al sole del tramonto. C'è ancora tempo per ricominiciare, anche se in effetti mi manca sempre la parte più propositiva ed entusiasmante del mio lavoro quando sono in ferire, vale a dire il rapporto con gli alunni.
Bene, torno ai miei bagni di vuoto.
mercoledì, giugno 28, 2023
Dei Misteri
Vita, desiderio, bellezza, estasi e armonia. Colpiscono e lasciano senza respiro mentre i tuoi occhi non riescono a staccarsi da quelle pareti affrescate magicamente, sapientemente, da mani sconosciute e vitali.
mercoledì, giugno 21, 2023
Solstizio 2023
Sprofondo in un Mediterraneo che risuona di ghiaia scivolosa, di azzurro e verde cristallino che plasmano all'orizzonte i contorni sfumati e immaginifici della Gorgona e della Sardegna. Respiro salmastro e fresca brezza che trasporta risate argentine di bambini e vivaci rochi chiacchiericci di compagnie canute.
L'ordine sembra girare, anche se frenetico, ma si uniforma al flusso delle stagioni e dei ritmi vitali e dell'anima.
lunedì, giugno 19, 2023
Di passaggio.
Avrebbe continuato a fissare il pavimento per ore, se un violento colpo di clacson non lo avesse bruscamente riportato sul pianeta Terra.
"Quando hai finito di dormire in piedi fammi un fischio, idiota!", gi urlò a pieni polmoni il conducente dell'auto che per poco non lo aveva travolto sulle strisce, inchiodando a due centimetri dai suoi piedi. Gianni sembrò ridestarsi per un momento, giusto in tempo per veder schizzare via a tutta velocità la Subaru nera che, volutamente, sfrecciò a due centimetri dal suo corpo, permettendogli di sentire che, in effetti, qualcosa di reale stava per accadergli. Forse qualcosa di drasticamente e brutalmente reale come un politrauma ospedaliero oppure, udite udite, persino la morte, un concetto assoluto sulla cui fisicità Gianni rifletteva da tempo. Ad ogni modo, la Subaru era ormai un punto ancora fragorosamente presente all'orizzonte, quando Gianni decise che era giunto il tempo di raggiungere il marciapiede opposto. Un'oppposizione che sembrava essere quasi antropologica, oltre che fisica. Giunto al termine delle strisce pedonali, dunque, decise che era giunto il momento di sedersi sul gradino d'asfalto. Estrasse dalla tasca posteriore dei jeans il suo personale, stropicciatissimo (e vissuto!) volume de Le memorie di Adriano dell'immortale Marguerite Yourcenar e, dopo aver incassato le spalle, iniziò a sfogliare quelle aromatiche e dense pagine, noncurante del traffico e dei passanti che avevano ricominciato a scorrergli accanto con colpevole indifferenza...
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