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lunedì, giugno 19, 2023

Di passaggio.

Avrebbe continuato a fissare il pavimento per ore, se un violento colpo di clacson non lo avesse bruscamente riportato sul pianeta Terra. "Quando hai finito di dormire in piedi fammi un fischio, idiota!", gi urlò a pieni polmoni il conducente dell'auto che per poco non lo aveva travolto sulle strisce, inchiodando a due centimetri dai suoi piedi. Gianni sembrò ridestarsi per un momento, giusto in tempo per veder schizzare via a tutta velocità la Subaru nera che, volutamente, sfrecciò a due centimetri dal suo corpo, permettendogli di sentire che, in effetti, qualcosa di reale stava per accadergli. Forse qualcosa di drasticamente e brutalmente reale come un politrauma ospedaliero oppure, udite udite, persino la morte, un concetto assoluto sulla cui fisicità Gianni rifletteva da tempo. Ad ogni modo, la Subaru era ormai un punto ancora fragorosamente presente all'orizzonte, quando Gianni decise che era giunto il tempo di raggiungere il marciapiede opposto. Un'oppposizione che sembrava essere quasi antropologica, oltre che fisica. Giunto al termine delle strisce pedonali, dunque, decise che era giunto il momento di sedersi sul gradino d'asfalto. Estrasse dalla tasca posteriore dei jeans il suo personale, stropicciatissimo (e vissuto!) volume de Le memorie di Adriano dell'immortale Marguerite Yourcenar e, dopo aver incassato le spalle, iniziò a sfogliare quelle aromatiche e dense pagine, noncurante del traffico e dei passanti che avevano ricominciato a scorrergli accanto con colpevole indifferenza...

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