Powered By Blogger

venerdì, marzo 16, 2007

Ventiseiagostoduemilaquattro

Sono ore d'ansia. I giornali, i siti internet, radio e televisioni riassumono in questa breve frase il crogiuolo di emozioni che si accavallano ad ogni "ultim'ora". Le dichiarazioni si inseguono, le richieste di silenzi stampa sono comprensibili, le telecamere sotto casa della moglie del sequestrato mi sembrano una cazzata. Ma d'altronde in queste situazioni sembra che non si possa fare a meno del giornalista che chiede al parente di turno pallido e stanco: "Come si sente?". E come mi sento brutta testa di cazzo? Dimmi... secondo te come mi sento? Comunque, per la liberazione di Daniele Mastrogiacomo, il Governo Italiano ha attivato quelli che vengono detti canali, ovvero contatti, mediazioni a livello politico, ma anche e soprattutto lavoro di Intelligence (termine molto usato negli ultimi anni) e quindi Servizi Segreti, operatori ufficiali e non, presenti nei territori "caldi". Mentre scrivo, l'ultima notizia racconta dell'uccisione dell'autista di Mastrogiacomo e di una proroga dell'ultimatum che i Talebani avevano lanciato ieri. Non voglio ergermi a conoscitore delle dinamiche che regolano lo svolgimento di queste situazioni delicate, non ne ho la presunzione e quindi, come buona parte degli italiani (e non solo, viste le numerose firme di persone straniere che hanno sottoscritto l'appello per la liberazione del giornalista) seguo lo scorrere degli eventi sperando che Mastrogiacomo possa tornarsene a casa. La riflessione che ho fatto in questi giorni è stata piuttosto rivolta a ciò che, come paese, abbiamo già vissuto altre volte nel corso di questi anni di guerra. Dopo una breve ricerca ho scoperto che gli italiani rapiti in Iraq ed in Afghanistan dal 2002 ad oggi sono stati parecchi. Alcuni di questi sono tornati a casa, liberati grazie a blitz militari o sotto probabile (molto probabile) pagamento di un riscatto mai ufficializzato dal Governo. Tra le persone rapite alcune sono rimaste maggiormente impresse nella memoria collettiva perchè diventate protagoniste di una fine vigliacca o di un ritorno rocambolesco. Parlo di Fabrizio Quattrocchi, operatore di sicurezza privata, giustiziato in Iraq inconsapevole del rischio di girare con un mitra in un paese in guerra e dimentico che un italiano muore come un russo, uno svizzero o un brasiliano; parlo di Giuliana Sgrena, giornalista del "Manifesto", rapita in Iraq e tornata a casa nonostante il fuoco amico degli americani che è costato la vita a Nicola Calipari, agente del SISMI; parlo delle due Simone, rapite in Iraq e liberate dopo 21 giorni di prigionia. Insieme a Quattrocchi furono rapiti dalle "Falangi di Maometto" e poi liberati con un blitz delle forze della coalizione anche Salvatore Stefio, Umberto Cupertino e Maurizio Agliana. In Afghanistan prima di Mastrogiacomo sono stati due i casi di sequestro finiti con la liberazione degli ostaggi: Clementina Cantoni, cooperatrice di una ONG e il giornalista Gabriele Torsello. Ancora in Iraq vennero rapiti ed uccisi l'imprenditore italo-iracheno Ayad Anwar Wali e Salvatore Santoro, cittadino italiano che viveva in Gran Bretagna. Oggi in Afghanistan, nelle mani dei Talebani, c'è il giornalista Daniele Mastrogiacomo. Mastrogiacomo aveva un collega. Si chiamava Enzo Baldoni, copywriter e collaboratore di "Diario", della "Stampa" e del "Venerdì di Repubblica". Anche lui è stato rapito ed ucciso in Iraq. Il 26 agosto 2004. Ha avuto la sfortuna di morire ammazzato durante le ferie d'agosto, mentre le autostrade sono fiumi di lamiere che si spostano per "l'esodo". Ha avuto la sfortuna di essere prigioniero quando la televisione non la guarda nessuno, quando oggi il giornale non lo compro perchè tanto al mare con il vento non ce la faccio a leggerlo. Enzo Baldoni se lo ricordano in pochi, e in pochissimi si ricordano i giorni del suo sequestro. Il funerale di Enzo Baldoni lo hanno celebrato un anno dopo la sua morte perchè non è mai stato trovato il suo corpo. La Croce Rossa ha trovato un osso umano nel luglio del 2005 e dopo le analisi del DNA è risultato appartenere al giornalista scomparso.

Spero che Mastrogiacomo torni presto a casa. Lo auguro a lui, alla sua famiglia, ai suoi colleghi di "Repubblica", a tutti noi perchè è un bravo giornalista, ma rimango con il dubbio che i sequestrati non sono tutti uguali.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Concordo pienamente col buon scalia, non tutti i sequestrati sono uguali. Baldoni era un pò meno uguale degli altri, direi, perchè non agiva all' interno di alcuna logica di potere.

Caro scalia, se sei a casa nel pomeriggio ti chiamo per stasera.

KikiPetite ha detto...

Daniele Mastrogiacomo è un amico della mia famiglia.
Abbiamo avuto la notizia del rapimento prima dei telegiornali.
E vi lascio immaginare lo stato d'animo.
Non ho scritto nulla sul mio blog. Non ho avuto la forza.
Concordo con te caro Scalia. Non tutti i sequestrati sono uguali.E su questo non faccio commenti, perchè questa frase lascia un vuoto incolmabile.
Ed oggi, sì proprio oggi, la "Amelie" che è in me è andata a farsi una passeggiata e ciò che ha visto non le è piaciuto. Amarezza, tanta. Paura. Delusione.
Ma so che passerà ed il Nano da giardino domani tornerà a viaggiare.
Io mi auguro che Daniele torni a casa perchè è innanzitutto un padre, un Amico e poi un bravo giornalista.

TUTTI, dico T-U-T-T-I SIAMO UGUALI.

Un abbraccio (ps. Un bacio al Cannù).

Kiki.

Anonimo ha detto...

Davanti a quello che dici, Kiki, non credo di essere in grado di dire nulla di abbastanza intelligente. Solo che ti sono vicino... Quando vivo momenti difficili mi vengono sempre in mente le parole di una canzone di De Andrè... Passerà anche questa stazione senza far male, passerà questa pioggia sottile come passa il dolore...

Un abbraccio anche a te.

KikiPetite ha detto...

"..Passerà anche questa stazione senza far male, passerà questa pioggia sottile come passa il dolore..".

GRAZIE.

Ti abbraccio anch'io.

KikiPetite ha detto...

Mio nonno mi diceva sempre, (parafrasando Eduardo), quand'ero preoccupata: "add' passà à nuttat..".

E' passata.

Ciao Scalia. Un bacio più tranquillo, ora.

I fiori nella vasca ha detto...

Anche questa notte è passata...

Fortunatamente.