... Così cantava Max Gazzè. L'imprevisto è parte della vita. Forse ne costituisce l'aspetto più stimolante, anche quando stravolge negativamente la nostra quotidianità. L'imprevisto genera crisi, ripiegamento, riflessione e sommovimento di idee, che escono dall'incubazione, dalla stasi, e si traducono in variabili e movimento. Perciò va riconosciuto subito e assecondato: l'imprevisto ci spinge alla ricerca. Come questo blog, anche se il fine non è chiaro neppure a me...
giovedì, giugno 17, 2010
Pronti: partenza.
Aspetto. L' alba riempie i vuoti grigi della stazione come un ospite gradito e inatteso, colorando di speranza quelle poche figure che si aggirano in attesa di un treno. Che forse non verrà mai. I miei occhi sono fissi sulla brace della mia chesterfield, ma quel fulgore rossastro mi è indifferente. Il momento è sereno, le mia testa non più pesante è incassata nelle mie spalle mai forti come adesso, il mio piccolo bagaglio è ai miei piedi. Uno zaino di pelle marrone può contenere una vita? Il quesito è più pragmatico che filosofico, e mi strappa un sorriso a quarto di luna crescente. Sto per partire, il mio treno arriverà in stazione a minuti, è tutto quello che so. tutto quello che voglio dire; la destinazione rimarrà un piccolo segreto tra me e i miei sogni. Mentre mi alzo e getto lontano il mozzicone della mia sigaretta, so che non sto lasciando nulla dietro le spalle, ma portando la mia storia con me verso il presente. So che ci siete tutti, e che vi vedrò sotto il finestrino pochi istanti prima della partenza. Vi guarderò e vi vedrò tutti. E nessuno di noi porterà una maschera, ma indosserà il suo sorriso migliore.
Grazie, miei compagni di viaggio.
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1 commento:
vai, schtella mia (con me sfondi una porta aperta)!
d'accordo, la destinazione (reale o metaforica?) è segreta, ma se dovessi passare da queste parti fammi un fischio!
il sorriso che ti rivolgo è fisso e incancellabile da tanti, tanti anni!
giuglia
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