... Così cantava Max Gazzè. L'imprevisto è parte della vita. Forse ne costituisce l'aspetto più stimolante, anche quando stravolge negativamente la nostra quotidianità. L'imprevisto genera crisi, ripiegamento, riflessione e sommovimento di idee, che escono dall'incubazione, dalla stasi, e si traducono in variabili e movimento. Perciò va riconosciuto subito e assecondato: l'imprevisto ci spinge alla ricerca. Come questo blog, anche se il fine non è chiaro neppure a me...
martedì, luglio 16, 2013
Mi ricordo. Mi ricordo del domani e cerco di prevedere il passato, cavalcando l'onda anomala del presente che tutto sconquassa. Il passato è uno stato mentale, provoca sensazioni, emozioni reali, come può pertanto non esistere? E' la nostra personale vasca per i pesci, acqua limpida con piccole zone di guazza e mota intorno ai pesci più grandi, che tuttavia non fanno paura, al massimo ci fanno ammutolire con la loro presenza. Ma continuano a muoversi sullo sfondo, lenti, immutabili. O forse no. Forse è necessario cambiare il vetro affinché le immagini siano meno distorte, ma tutto sommato regna equilibrio tra i mondi dell' io interiore. Qualche volta arriva una piccola tempesta, che tutto stravolge, ma ogni singolo elemento ritrova immancabilmente il suo ruolo e il bilanciamento con tutto il resto.
Tutto sommato, è stata una bella giornata (bancomat a parte, ma vi spiegherò in seguito).
mercoledì, maggio 22, 2013
Servaggio!
Urla, strepita, si agita, agita forsennatamente le braccia e sbava come un cane. Adora la sua platea che annuisce a tempo di rock e rilancia la posta con eco di approvazione che rimbalza qua e la come la pallina impazzita di un flipper. Al momento di andare in buca, il Servaggio china però la testa, anzi no. Chiude semplicemente la bocca e aspetta, cercando di capire se qualcun'altro si farà latore della protesta. Il meccanismo del qualcun altro è contagioso come una piaga, anzi no, come la gioia, gioia di sentirsi liberi dopo la messa in scena, felici di non aver abortito nulla anzi, compiaciuti per l'eiaculatio precox di rabbia e sentimentalismo sindacale. Ottima scena, ne facciamo un'altra per sicurezza oppure ce ne andiamo tutti a fanculo?
giovedì, gennaio 10, 2013
2013 o l'anno che c' era già.
Ha importanza ontologica il sapersi presenti e attivi nel 2013 piuttosto che nel 1959 o nel 2378? Che cosa è cambiato, ad esempio, negli ultimi quattro anni? Guerre nel mondo, le solite cose; i rovesci dell'economia, roba già vista; ammucchiate politiche senza senso e dichiarazioni pubbliche totalmente lesive dell'intelligenza di chi ascolta- tutto trito e ritrito.
Ve lo dirò io cosa cambia. Cambiano i rapporti umani, soprattutto in funzione dell'assenza di qualcuno che ci ha fatto lo scherzo di non tornare più.
Cambiano le prospettive personali, gli obiettivi, le capacità razionali in relazione al trascorrere del tempo e al nostro sentirci più o meno integrati con un mondo che non aspetta.
Cambia il nostro concetto di felicità, cambia il nostro fisico e la nostra capacità di sopportazione.
Tutto cambia, perennemente e incomprensibilmente.
Tuttavia ci illudiamo che le cose possano durare più a lungo delle apparenze, e lottiamo per resistere appollaiti sul nostro ramo che è ogni giorno di più sul punto di spezzarsi.
Nel frattempo gli uccelli continuano a migrare senza farsi domande, le montagne si lasciano modificare serafiche dagli agenti atmosferici, il mare si infrange senza sosta sugli scogli.
Il caffè finisce, e siamo ancora un pò incazzati.
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