Oggi pomeriggio ho incontrato un mio vecchio compagno di scuola, di quando facevo il Liceo, di quando leggevo il giornale nascosto all'ultimo banco-fila-di-centro, di quando all'ora di religione si finiva a parlare dell'aborto, di quando mi incazzavo e mandavo a fare in culo una dozzina di persone in classe, di quando oggi c'è ginnastica si vabbè ma a me la pallavolo me fa schifo fermasse un'oretta a pià er sole in giardino no eh..., di quando mi sarò fumato un considerevole quantitativo di sigarette in bagno, di quando vengo volontario all'interrogazione di matematica che così me tolgo sta rottura de cojoni, di quando il caffè della macchinetta faceva il suo effetto devastante e il bagno dei professori diveniva un'alcova commovente, di quando l'interrogazione orale di latino e greco era una passeggiata di salute, di quando ero in gita ad Atene mentre scoppiava la guerra in Iraq, di quando era qualche anno fa, che poi non sono molti, ma abbastanza per giustificare il lento oblio di nomi, cognomi, facce e compleanni di un indefinito numero di persone che vedevo tutte le mattine. Oggi dicevo, incontro questo ex-compagno di scuola, uno che non ho dimenticato perchè è sempre stato un tipo particolare, tendenzialmente allegro e spiritoso. Quando iniziammo il IV Ginnasio già studiava pianoforte con risultati straordinari; chi lo aveva sentito suonare parlava di lui come di un vero fenomeno della tastiera ed io mi fidavo perchè aveva quella faccia un pò così, quell'espressione un pò così di chi se la suona, se la canta e in culo a tutto il resto. Lo ascoltai per la prima volta solo alla fine del I Liceo, durante una specie di spettacolo di fine anno. Fu invitato dalla Preside sul palco dell'aula magna e così, tra un frizzo e un lazzo, senza spartito e per far felice la babbiona, tirò fuori un paio di notturni di Chopin. Lo studio al Conservatorio ed il Liceo erano però troppo impegnativi se fatti contemporaneamente e a buoni livelli; decise così di abbandonare latini e greci statali per iscriversi ad un Liceo privato che gli permettesse di continuare a studiare più intensamente la musica. Ci perdemmo di vista, ogni tanto qualche amico in comune mi parlava dei suoi progressi e nel tempo ho sempre pensato a lui come ad un futuro grande pianista, uno di quelli che un giorno vedi la sua foto sulla pagina degli spettacoli e dici "Io con quello ci andavo a scuola". Mentre mi diplomavo ed iniziavo l'Università, lui si diplomava al Conservatorio con il massimo dei voti ed ho creduto fino ad oggi che avesse iniziato a costrursi un suo percorso di vita e di musica ad alti livelli. Oggi me lo vedo davanti, lo abbraccio, un ciaocomestaimortaccimadaquantèchenunsevedemo e noto subito un'incredibile somiglianza con Rino Gaetano. Riconosco anche la ragazza che è con lui, ex-compagna di classe a sua volta, sicuramente la più simpatica compagna di classe che io ricordi, nonchè mia misericordiosa salvatrice durante le versioni di latino e greco. Si inizia a chiacchierare e viene fuori che a causa della mancata attuazione di alcuni decreti di una legge del 1999 (relativa all'equipollenza del Diploma di Conservatorio alla Laurea), il suo Diploma di vecchio ordinamento conseguito al Conservatorio di Santa Cecilia con il massimo dei voti, non è riconosciuto al pari di una Laurea Universitaria di secondo livello e di conseguenza in campo europeo il suo lavoro ed i suoi studi valgono zero. Per ovviare a tutto questo è stato costretto a seguire un corso integrativo dalla dubbia validità, dalla misteriosa durata e dall'alto costo tassativo. Una vita di Chopin, Mozart, Bach, Beethoven, cazzi e mazzi per vedere il lavoro di tanti anni appeso ad un assurdo legislativo. Rimango stupito, lui mi racconta amareggiato questa situazione indegna, e allo stupore subentra l'incazzatura per l'ennesima dimostrazione di come questo paese non abbia il minimo rispetto e nutra la più assoluta insensibilità nei confronti di tanti giovani dalle grandi capacità, che rappresentano un patrimonio culturale di inestimabile valore. Popolo di Santi, Poeti, Navigatori e amministratori refrattari alla cultura. Parlo ancora un pò con lui e con la ragazza, ci fumiamo una sigaretta, sono contento di rivederlo e sento di provare nei suoi confronti tanta ammirazione per quello che sa fare quando vede i tasti bianchi e neri, per la caparbietà che lo spinge giustamente a fronteggiare un sistema sbagliato, odioso. Ci ricordiamo del tempo del Liceo, di quando imitavo De André con tanto di occhio semichiuso, di quando i bigliettini con le traduzioni delle versioni viaggiavano veloci da un banco all'altro, di quando non credevamo che i sogni potessero inciampare su un decreto legge.
6 commenti:
E già caro Scalia....su quante cose inciampano i sogni tutti i giorni. Purtroppo sempre più spesso l'amministrazione, la burocrazia, i potenti e i corrotti sono i responsabili.
Gli sforzi, la costanza, la passione e la convinzione di potercela fare perdono sempre più valore e prestigio davanti al guadagno, le decisioni che vengono dall'alto, la necessità di massificare per uniformare, soprattutto per musicisti e scrittori.
Bhè credo che in questo quadro di desolaziona non bisogna demordere ma triplicare la propria passione e lottare affinchè questa abbia un luogo fisico, e non solo, dove poter essere espressa, esplorata e consumata.
I sogni inciampano, ma devono rialzarsi per riniziare a correre e portarci sempre più lontano....i sogni ci rendono vivi e senza di loro non andremmo da nessuna parte...io vivo di sogni, ma di quelli che, anche se spesso vengono feriti o denigrati, poi diventano realtà...
B E L L I S S I M O.
Sai, devo confessare che i tuoi scritti li leggo come se fossero pagine di un libro. Sai, quei libri che sono divisi in piccole storie, con un inizio ed una fine. Ma in quel "frattempo" ci passano anni, o attimi intensi.
Bello, davvero. Il ricordo del liceo (mi sono rivista anch'io a passare le versioni di greco a quella che avrebbe dovuto farmi il compito di matematica o fisica perchè io non sapevo nemmeno che + x - fa + ...fa +??!. Boh.), mi sono rivista durante le lezioni di ginnastica, ad impegnarmi e cacchio se mi impegnavo..ero l'unico orgoglio del prof Marrone mentre gli altri appunto prendevano il sole e parlavano dell'ultima tresca al Gilda..e poi, e poi tutto il resto. L'amarezza sul viso del tuo amico l'ho vista anch'io su quella di un amico che ha provato a far l'attore..ma se non sei "figlio di.." non vai bene. Ed allora fanculo a sto sistema.
Povera Italia. E stiamo sempre qua. Lamentationes inutili.
Peccato, davvero.
Un bacio Scalia. Spero di conoscerti nella vita reale. Davvero.
Kiki.
che bella melanconia mi hai messo....magari mi scaccia un pò di tristezza e paura, ma non credo, anche perchè il tuo post mi conferma quello che dico da tanto tempo: siamo diventati un Paese di merda! Forse è per questo che cerco di far ridere....
Ragazzi, anonimi, commentatori tutti, sono contento che ciò che scrivo susciti un qualche tipo di emozione. ..
@anonimo: ciò che scrivi mi trova d'accordo, i sogni, gli inciampi, i cedimenti, quel rialzare la testa e andare avanti. Nonostante tutto.
@Kiki:Sono lusingato dal tuo commento. Non so che dire, se non grazie. Spero anche io di conoscerti un giorno fuori da queste virtuali pagine...
@baol:se la melanconia è bella, rimaniamo nel campo della poesia, nella figura retorica, nell'ossimoro e allora ben venga la melanconia... Dici paese di merda... mi sembra troppo definitivo come giudizio. Più che altro definirei l'Italia un accrocco umano di miscellanei ingegni molti dei quali non indispensabili al sano vivere...
Caro Scalia, così stuzzichi la mia vena nostalgica, che, come sa il buon Magritte, è decisamente forte quando si tratta di riesumare i ricordi del liceo.. come al solito, la qualità dei tuoi sritti è sempre alta, ma dovresti inserirci più sesso e qualche sparatoria.
Sarà fatto...
Posta un commento