Così parlò Roger prima di alzarsi, prima di lasciar cadere un pezzo da cinque sul tavolino unto, prima di sfiorare la mia spalla e dire arrivederci. Ascoltai i passi allontanarsi e perdersi nel rumore del traffico di passaggio. A quel punto ero un uomo solo seduto al tavolino, ed un uomo solo seduto al tavolino è una scena triste, tra le più amare, con un pezzo da cinque pronto a decollare alla prima folata di vento e tutta una serie di pensieri che arrivano in ordine sparso a chiedere un pò di attenzione. Una scena in bianco e nero insomma, ma un bianco e nero antico, di quelli che non ne fanno più come una volta, di quelli che dici "Però, che bianco e nero antico, sembra quasi grigio". Nulla di nuovo, c'ero già passato e non solo io. Con qualche collega di assurdità ero stato campione regionale a squadre di bianco e nero. Poi ne ero uscito, perchè alla lunga era diventata una rottura di coglioni e mi ero buttato sui toni più caldi, roba di rosso, arancione, a volte giallo, senza ottenere un gran successo. Però la vecchia passione a volte tornava ed eccomi seduto al tavolino, un pezzo da cinque, Roger assente e le sue parole che ronzavano ancora nell'aere a me circostante. L'Oriente... Roger la sapeva lunga e la sapeva tutta perchè gliel'avevo raccontata, perchè aveva individuato i cardini del discorso e se Roger indivuduava i cardini del discorso sentenziava una soluzione semplice, potente come un rutto e tendenzialmente giusta. L'aveva capito Roger che si potevano annullare le distanze, che guardare lo stesso mare da due coste differenti non è impossibile, che i gabbiani disegnano le stesse traiettorie e richiamano i soliti pensieri anche se volano in cieli diversi. Roger l'aveva capito che la felicità bisognava godersela, ma che soprattutto necessitava di una preventiva ricerca, imprevisti compresi. L'aveva capito Roger, perchè gli avevo raccontato la mia storia, perchè gliel'avevo raccontata tutta e perchè in mezzo a quella storia c'era un nome che Roger amava, ed io più di lui.
- Posso portare via? - disse raggiante la cameriera.
- Si, grazie... lasci però il Bitter, che il rosso con il bianco e nero ci sta bene -
- Prego? -
- Niente... scusi, pensavo a voce alta -
- Ah... - Se ne andò trattenendo una risata del tutto comprensibile.
Arrivò anche la folata di vento e con repentino gesto evitai il decollo del pezzo da cinque. Lo strinsi con due dita, guardai la firma elegante del governatore, numeri di serie gettati a casaccio e poi una scritta a matita... Purg. - XXX - 22-39. Roger la sapeva lunga, la sapeva tutta ed era un poeta, uno che le cose te le faceva raccontare dai versi...
Io vidi già nel cominciar del giorno
la parte oriental tutta rosata,
e l'altro ciel di bel sereno adorno;
e la faccia del sol nascere ombrata,
sì che, per temperanza di vapori,
l'occhio la sostenea lunga fiata:
così dentro una nuvola di fiori
che da le mani angeliche saliva
e ricadeva in giù dentro e di fori,
sovra candido vel cinta d'uliva
donna m'apparve sotto verde manto
vestita di color di fiamma viva.
E lo spirito mio che già cotanto
tempo era stato che a la sua presenza
non era di stupor, tremando, affranto,
sanza de li occhi aver più conoscenza,
per occulta virtù che da lei mosse,
d'antico amor sentì la gran potenza.
- Posso portare via? - disse raggiante la cameriera.
- Si, grazie... lasci però il Bitter, che il rosso con il bianco e nero ci sta bene -
- Prego? -
- Niente... scusi, pensavo a voce alta -
- Ah... - Se ne andò trattenendo una risata del tutto comprensibile.
Arrivò anche la folata di vento e con repentino gesto evitai il decollo del pezzo da cinque. Lo strinsi con due dita, guardai la firma elegante del governatore, numeri di serie gettati a casaccio e poi una scritta a matita... Purg. - XXX - 22-39. Roger la sapeva lunga, la sapeva tutta ed era un poeta, uno che le cose te le faceva raccontare dai versi...
Io vidi già nel cominciar del giorno
la parte oriental tutta rosata,
e l'altro ciel di bel sereno adorno;
e la faccia del sol nascere ombrata,
sì che, per temperanza di vapori,
l'occhio la sostenea lunga fiata:
così dentro una nuvola di fiori
che da le mani angeliche saliva
e ricadeva in giù dentro e di fori,
sovra candido vel cinta d'uliva
donna m'apparve sotto verde manto
vestita di color di fiamma viva.
E lo spirito mio che già cotanto
tempo era stato che a la sua presenza
non era di stupor, tremando, affranto,
sanza de li occhi aver più conoscenza,
per occulta virtù che da lei mosse,
d'antico amor sentì la gran potenza.
5 commenti:
"Roger l'aveva capito che la felicità bisognava godersela, ma che soprattutto necessitava di una preventiva ricerca, imprevisti compresi."
Gran belle parole....
Già... Roger è uno che con le parole ci sa fare...
Ma Roger è una tua creazione o esiste veramente?
"L'aveva capito Roger che si potevano annullare le distanze, che guardare lo stesso mare da due coste differenti non è impossibile, che i gabbiani disegnano le stesse traiettorie e richiamano i soliti pensieri anche se volano in cieli diversi."
Peccato che non è facile per tutti capirlo ed a volte è così difficile superare le distanze spaziali e mentali....spesso si è più vicini di quanto sembra, ma non ci si fa caso.
Grande Roger! se la pensassero tutti come lui...
Roger esiste. E' la parte buona di me...
Perche non:)
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