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mercoledì, maggio 16, 2007

Vive la vie


Higuerra è a Parigi. RiapParigi.

L’ultima volta che ci sono stato, ormai un anno e mezzo fa, Hig stava lì per cominciare una storia. Io, Monsieur Magritte, ero lì per riassaporarne l’odore, della mia storia. Troppi pochi giorni, ma bellissimi.

Non riesco a non commuovermi pensando a quella città. Parigi per me è stata la rivoluzione copernicana, l’inizio di un nuovo modo di pensare ed osservare le cose.

A Parigi ho capito che una delle cose che mi piace di più al mondo è camminare in una città che non conosco fino a perdermi. Cercare di carpirne i segreti, di bloccare le istantanee dei miei passi. Di Parigi ricordo il freddo dell’inverno, i colori di maggio, e il caldo assassino di un’estate, quella del 2003, che i francesi si ricordano ancora con terrore.

Lo so, quando parlo di Parigi divento stucchevole. Ma è più forte di me, è un senso di malinconia e levità che non saprei esprimere, il ritornello di un “tempo in cui le ore passavano leggere”, forse troppo leggere, troppo veloci. Talmente rapide che non riuscivo ad afferrarle. I giorni duravano anni, ma i mesi sono esplosi in un secondo. Ed ancora oggi sto assimilando, metabolizzando il fuoco interiore che mi porto dentro, da lì.

Mi infastidisce l’idea di tornare a Parigi per qualche giorno. Ci vorrei passare almeno qualche mese, sbragarmici sopra come si farebbe con un vecchio e comodo divano dove non ti siedi da tanto, e che sa di buono. Prendermi il mio tempo, camminare senza pensare che il giorno dopo ripartirò e che devo assolutamente fare questo o vedere quello. Infilarmi nelle viscere di un territorio che ho esplorato in lungo e in largo, e che mi sembrava sempre dolcemente sconosciuto.

Ricordo la mia altezzosità quando camminavo per strada guardando i turisti, con sufficienza. A Roma ormai i turisti nemmeno li vedo più, ma a Parigi sì, perché sapevo di non essere uno di loro, io lì ci abitavo, mi ripetevo con fierezza. Anche se in realtà, io abitavo nella banlieue, quella vera, che quando lo dicevo ai parigini, vivo a Nanterre, quelli sgranavano gli occhi, chiedendosi se fossi un pazzo, un autolesionista o uno spacciatore.

E’ stato per poco in fondo, ma quanta vita. E tutto ciò che ho fatto, scritto, vissuto, era lì, ed in quel momento, con quelle persone, quei volti. Oggi, se tornassi a Parigi, e spero sempre che prima o poi la vita mi ci riporti, anche solo per qualche mese, so che la guarderei con altri occhi. Ma la mia Parigi, quella no, non può togliermela nessuno.

6 commenti:

magritte ha detto...

Nelle intenzioni dell'autore questo post doveva essere pubblicato su cafè absurd. per dirlo alla francese, me s' sbajato. L'alzheimer galoppa, eh sì se galoppa...

LeCannu ha detto...

L' hai pubblicato qui, ed ora ti becchi il biasimo del cannù. Hai rotto gli zebedei con questa Parigi, perchè non te ne vai a vivere a brazzaville oppure a katmandu? Voglio vedere poi come fai il romantico, apolide minchione! Romantico, esteta, decadente.. Tutte queste pose possono incantare le ragazzine , ma io ti conosco per quello che sei: un rimorchione da blog. Quindi, cambia tattica...

haha!

magritte ha detto...

Resto veramente esterrefatto nonchè sbigottito dal tono rude ed inelegante di questo signor LeCannù. Come dicono a Parigi, ma vai a cagare!

Anonimo ha detto...

Amici miei, state calmi.
Magritte, ti prego di scusare LeCannù per la sua ineleganza, ma purtroppo ce lo sai che è ignorante.
E tu LeCannù, non biasimare il povero e rincoglionito Magritte che ha sbagliato blog.
Detto questo, mi sembrate una bella coppia e vi dichiaro marito e marito.

P.S: una mattina d'estate del 2003 arrivai a Parigi con il treno (perchè secondo me a Parigi bisogna arrivarci sempre in treno), erano le sei, la città si svegliava e già facevano 23 gradi. Quanto ho sudato a Parigi in quei giorni... quanto ho sudato...

KikiPetite ha detto...

.."Parigi val bene una messa..."

Ps. Ma come ti capisco..

K.

Domhir Muñuti ha detto...

Grazie per il tentato omaggio, Magritte.. il mio ultimo post (21 maggio), casualmente, parla di me che mi perdo nella Banlieue..