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mercoledì, ottobre 18, 2006

Mercurio al galoppo

Era caduto vittima di una virale imboscata e ci era caduto di sabato notte. Anzi, all’alba di domenica. Stava cavalcando un sudato e giovane quadrupede, stringeva nella destra un Winchester e all’occorrenza faceva fuoco contro un nemico non meglio identificato. Non aveva divisa, non era il tipo da mostrine, era vestito casual con un bel cappello marrone calcato sulla testa e uno spolverino in tinta con gli stivali. Aveva dei compagni accanto a lui, facce cattive, esperti assassini. Sudisti sicuramente. Irregolari dell'esercito della Confederazione, visto il loro abbigliamento. Cavalcava appiattendosi sul dorso della bestia schiumante, cercando di non offrire porzioni di corpo a quel tripudio di sibilanti proiettili. A tratti alzava la testa e vedeva manichini cadere da cavallo travolti dagli zoccoli, oppure impigliarsi in una staffa e venire trascinati sulla polvere come quell’Ettore di Troia dopo la sconfitta infertagli da Achille piè veloce. Ma il Nostro, trascurando i riferimenti mitologici, tornava ad abbassare il capo e a sparare tentando un’improbabile precisione balistica.
- Le donne! – gridò qualcuno.
Il fiume di cavalieri cambiò improvvisamente direzione. Non si distinguevano più gli inseguitori e i fuggitivi, c’era solo un galoppo furioso e un sudare incessante. Ancora spari e grida disperate. Le donne in realtà erano quattro zitelle impaurite rimaste nascoste dietro ad un abbeveratoio. Gli irregolari si fermarono, le presero sulla sella e ripartirono sotto una pioggia di piombo mortale. Il Nostro ne fece salire una, non la guardò neppure in volto e crediamo non ne valesse la pena. Lanciò la bestia ormai stremata giù per una valle. Ma la sosta precedente fu fatale, il nemico li stava raggiungendo, tentava una carica disperata. Tutti spinsero i cavalli sempre più forte continuando a sparare. Non c’era più la forza nemmeno di bestemmiare, ormai era la fine. Il Nostro sentì la donna alle sue spalle scivolare giù dalla sella, si voltò di scatto, la afferrò con la sinistra, la strinse con il braccio sul fianco dell’animale. Le grida di lei, le munizioni ormai finite, il cavallo lanciato in una folle corsa. Poi, la bestia stremata inciampò lì dove la terra diventava più soffice. Per qualche istante sembrò bloccarsi in aria accompagnata da quelle due figure umane. Ci fu un silenzio, una sfumatura d’azzurro colpì i suoi occhi. Poi, il buio.

Si alzò dal letto tremando. Indossò velocemente una vestaglia. Guardò l’orologio: 6.35. Continuò a guardarlo fino alle 6.40, poi sfilò il termometro da sotto il braccio. 38 e mezzo.
- Ecco cos’erano tutti quei cavalli… -

3 commenti:

danDapit ha detto...

Bravi tutti gli interpreti!
Achille piè veloce, Ettore di Troia, il cow-boy sprezzante del pericolo, e anche il cavallo che, lanciato in uno sfrenato galoppo, è caduto rovinosamente!
...Nonchè la collonnina di Mercurio, che si è spacciata per il povero coraggioso cavallo!
...bè, bravo anche l'autore, eh!
;o))

Anonimo ha detto...

Allucinazioni western di un giovane febbricitante...

LeCannu ha detto...

In realtà il testo originario era scritto al contrario, vero scalia?

Bella!

p. s. : caffettino pomeridiano?