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mercoledì, novembre 08, 2006

Idraulici tentativi

Genuflesso tra un cesso ed un bidet, tentava con la destra appositamente attrezzata di stringere un non meglio identificato e sovversivo bullone, ritenuto artefice di una perdita lieve ma quantomai inopportuna. La sinistra tesa ad arpionare il bordo del sovracitato cesso scivolava lenta mettendo a repentaglio la buona riuscita della missione e la buona salute del di lui cranio. Sentiva l'attrito venir meno, lo sguardo perso in un punto di ceramica dove una crepa delicata e timida regalava un tocco di vissuto. Il pappagallo beccava a vuoto lanciando metallici canti di ferro contro ferro, poi toccava punti in maiolica e la tonalità scendeva sensibilmente. In controcanto e perfettamente intonato rispondeva puntuale la voce bassa dell'improvvisato idraulico contorsionista con composizioni di bestemmie dove le dentali e le labiali venivano pronunciate con maestria da doppiatore. Il volto ormai schiacciato tra pavimento e parete consegnava l'immagine di un uomo che si domandava senza risposta il perchè di quel tentativo. A chi fosse entrato in quel momento nell'antro di igienico servizio, un profilo di culo si sarebbe palesato in posizione provocatoria. Inutile lo sforzo di arginare il flusso, faticosa e vana l'imbarazzante postura, nell'attimo di decisione, di abbandono e di sconfitta per manifesta inferiorità, udì uno spalancarsi di porta, uno spostamento d'aria che suggerì la presenza di un curioso. Una voce di madre sorpresa porse il legittimo quesito.
- Ma che stai facendo? -
- Tento. Ma ti prego, lasciami solo... -
- Fa un pò come te pare. Io chiamo l'idraulico... -
Alle parole della materna figura, si abbandonò all'evidenza dei fatti lasciando la presa con la sinistra. Adagiò la mole sul maiolicato, rilassò muscoli sconosciuti e rise di un'incapacità evidente. Si voltò e scorse il tappo del dentifricio dato per disperso la sera prima. Lo agguantò smorzando la sensazione di sconfitta e si rialzò sbuffando. Il busto ancora piegato, l'occhio che tornava alla luce e una straordinaria quanto improvvisa scossa occipitale. Dimentico del pensile in legno a lui perpendicolare non trovò la forza di sillabare ingiuria o sproloquio. Portò due dita a verificare la presenza di sangue sul punto d'impatto e finalmente fu in piedi. Guardò il cesso, gli sembrò di udire lontana e beffarda una risata gutturale, di tubatura. Decise un ultimo, definitivo gesto. Si slacciò, prese la mira, pisciò di gusto e se ne andò senza scaricare.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

... il quotidiano scenografia da commedia?
sei simpatico!!

Brutta botta al cranio? o_o ?

LeCannu ha detto...

Il cesso, la parte più nobile della casa... Scalia, un grande protagonista del suo appartamento!

apepam ha detto...

Magari un po' di sana canapa, ma di quella che usano gli idraulici pero'!!
;-))

p.s. ciao LeCannu!

LeCannu ha detto...

@apepam: ciau!!