... Così cantava Max Gazzè. L'imprevisto è parte della vita. Forse ne costituisce l'aspetto più stimolante, anche quando stravolge negativamente la nostra quotidianità. L'imprevisto genera crisi, ripiegamento, riflessione e sommovimento di idee, che escono dall'incubazione, dalla stasi, e si traducono in variabili e movimento. Perciò va riconosciuto subito e assecondato: l'imprevisto ci spinge alla ricerca. Come questo blog, anche se il fine non è chiaro neppure a me...
lunedì, giugno 18, 2012
Ho voglia di suonare un buon vecchio rock, metallo pesante con la bava alla bocca, adrenalina che mi percuote e mi scuote come una danza tribale, ho voglia di pubblico che urla e si fomenta, ho voglia di un buon vecchio boccale di birra prima e dopo la performance, ho voglia di sentirmi un gigante a 1000 watt.
Scusate, ma ogni volta che tocco la mia buona, vecchia Fender Stratocaster è come se mi drogassi. Chi non ha mai avuto un amplesso con questa chitarra non potrà mai capire il grande Jimi e il maestoso Blackmore.
Gli anni settanta sono passati, ma non invano.
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