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mercoledì, giugno 20, 2012

L'anima dei meglio.

Inutilmente cerco di farmene una ragione: i morti sono sempre numericamente superiori ai vivi. Se decidessero di armarsi e riprendersi la vita che gli è stata strappata, nessun dio potrebbe proteggerci dalla loro collera. Questi ragionamenti assurdi devastano i miei neuroni mentre rileggo per l'ennesima volta, febbricitante, la mia tesi, nella quale troneggiano quantitativamente le iscrizioni sepolcrali: nomi, cognomi, prenomi, anni di vita, qualche volta un piccolo epitaffio che sintetizza concretamente il dolore dei parenti, ma nulla di più. E nulla di meno. Mi fa paura immaginare che ho scorso le vite di almeno sessanta individui di vario genere, età e rango sociale, dei quali non conoscerò mai null'altro che la formula onomastica. Vite trascorse, esistenze anonime magari intrise di vitalità, di speranze, di sogni, di pensieri non troppo alieni dai nostri. Mi chiedo spesso se abbia un qualche senso recuperare esistenze passate, nell'incertezza di quelle presenti che si proiettano in un futuro nero di notte senza luna. Mi chiedo se qualcuno abbia mai pianto per costoro e se il loro ricordo sia sopravvissuto alla stagione successiva. Io credo di sì. Gli uomini soffrono, ma sono fatti per amare e per amarsi; se molti vengono giustamente o ingiustamente dimenticati, altrettanti, e forse di più, lasciarono e lasciano dei vuoti in virtù del loro essere davvero donne e uomini. Un nome scolpito nella pietra è soltanto un incoraggiamento al ricordo, perché la memoria vive negli uomini, come diceva il buon vecchio Boris. Tutto questo parlare di morti mi ha fatto venire una certa sete: scusate, vado ad azzannare qualcuno per strada.

6 commenti:

liquerizia ha detto...

Ciao!
Come promesso, eccomi qui.
Il mio blog si guarda in 2 minuti, per leggere il tuo mi ci vorrà un bel po' di tempo...
Bello il tuo autoritratto e bello il blog!

Unknown ha detto...

sì, ecco cosa devo aver pensato quando ho scattato questa:

https://plus.google.com/u/0/113376722667621004748#photos/113376722667621004748/albums/5756423102225303985/5756423104253165410

LeCannu ha detto...

@liquerizia: grazie mille e benvenuta, ti auguro buona lettura!

@cris tallina: ecco cosa significa catturare l'attimo. In questo caso, direi eterno! :D Bella foto davvero!
Grazie per l'incursione!

Unknown ha detto...

grazie a te, sei il benvenuto. bisogna aver pazienza nel star dietro agli infecondi delirii che riverso sul mio blog.
bisou

Unknown ha detto...

mi hai fatto incappare in una foto che mi ha svoltato la giornata... non so ancora se in meglio o in peggio.
(vedi ultimo post)
lei diceva (in sostanza) che la morte di lui li ha separati e la sua stessa morte non li avrebbe ricongiunti.
comunque subisco uno strano e, forse, macabro fascino per i defunti illustri anche se il verano mi ha vinto. troppa angoscia, non so. era un tutto urlare "qui si celebra il dolore". Quella foto l'ho scattata al cimitero acattolico di piramide. lì, invece, si sussurrava: "qui si celebra amore".

LeCannu ha detto...

@cris tallina: per quanto concerne i deliri, qui sto messo peggio, anche a livello formale, quindi non preoccuparti davvero!
In effetti condivido molto la distinzione che hai appena fatto tra il Verano e il cimitero acattolico; nel primo l'arte è tutta impiegata a perenne memoria del dolore e dell'autorappresentazione di chi rimane, nel secondo i protagonisti sono davvero coloro che più non sono (perdona il gioco di parole), silenziosamente e serenamente immersi in un giardino che di lugubre non ha davvero nulla...