... Così cantava Max Gazzè. L'imprevisto è parte della vita. Forse ne costituisce l'aspetto più stimolante, anche quando stravolge negativamente la nostra quotidianità. L'imprevisto genera crisi, ripiegamento, riflessione e sommovimento di idee, che escono dall'incubazione, dalla stasi, e si traducono in variabili e movimento. Perciò va riconosciuto subito e assecondato: l'imprevisto ci spinge alla ricerca. Come questo blog, anche se il fine non è chiaro neppure a me...
mercoledì, settembre 13, 2006
14.9.1998
Non ricordo con esattezza che giorno fosse, né se il cielo quel giorno fosse limpido o se c'era qualche nuvola qua e la' a colorarlo di malinconia.
Ricordo però che mi svegliai d'improvviso molto prima che la sveglia decretasse l'inizio della giornata. Ero teso e mia madre lo capì subito; mi diede una carezza e mi disse di non preoccuparmi perche' in fondo anche quel giorno sarebbe passato come tutti gli altri...senza far rumore.
Indossai i miei vestiti più belli soffermandomi compiaciuto davanti allo specchio: capii solo molto più tardi che l'immagine riflessa in quello specchio non sarebbe stata più la stessa.
Ero un ometto ormai e potevo andare a scuola senza che nessuno mi accompagnasse.
Lungo la strada ebbi poco tempo per riflettere: la città palpitava già da qualche ora ed io,in mezzo a quella folla impazzita,mi sentivo diverso . Loro sapevano già dove andare, chi avrebbero incontrato, cosa avrebbero fatto e a che ora sarebbero tornati a casa. Io andavo incontro ad un mondo nuovo a tinte verdi chiaro: non sapevo chi avrei avuto davanti, cosa avrei dovuto rispondere se qualcuno mi avesse interpellato, a che ora sarei entrato e quando mi sarei incamminato per la via del ritorno. Era, quella, l'età in cui la vita mi aveva mostrato solo le sue stanze più accoglienti.
Mi trovai davanti all'ingresso: c'erano tanti ragazzi la fuori, qualcuno già con la sigaretta in bocca.Sorrisi e mi accorsi di non avere più paura. Una volta entrato una donna con un camice azzurro mi disse di unirmi al IV D nell'atrio della scuola. Fu li che lo incontrai: ricordavo di averlo già visto alla cerimonia di accoglienza e non mi aveva fatto una buona impressione; sapevo già che avrei dovuto imparare a convivere con quel suo ghigno fastidioso ma, tutto sommato, da bravo ragazzo. Nessuno dei due avrebbe mai immaginato quello che saremmo diventati l'uno per l'altro.
P.S. Dedicato a mia sorella che domani inizierà il ginnasio.
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4 commenti:
Caro bisca, benvenuto nella nostra tribù.. Ce ne hai messo di tempo!
Il tema da te scelto per cominciare il tuo visggio in questo blog strampalato è molto interessante: anch' io ricordo bene il primo giorno delle superiori, tutto mi sembrava così strano.. lo stacco con l' infanzia era palpabile, almeno sulla carta. occorsero però diversi anni prima che qualche cambiamento reale avvenisse sul serio...
Un abbraccio,
Le Cannù
IV L, anno scolastico 1993- 1994
Posso solo dirti grazie...
Per me il cambiamento è avvenuto quasi subito.Ricordo quegli anni con una particolare nitidezza e una misurata commozione.
Rimangono gli anni più belli per il semplice fatto che la preoccupazione più grande era il periodo delle interrogazioni.
Adesso ho ben altri pensieri e rimpiango un pò di serenità!
Sono felice di essere entrato nel blog.
Vi adoro sorcini!!!
Nessuno dei due avrebbe immaginato quello che saremmo diventati l'uno per l'altro...non l'avrei immaginato nemmeno io...
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