C'erano state parole leggere e lacrime trattenute. Acustici accordi avevano trascinato il pensiero che si era fatto ricordo. Ci furono passi simili di padre e figlio, ci fu un raccontarsi, un camminare deciso e soddisfatto. E poi c'era Roma, calda e deserta, affogata nella sua notte favolosa. Arrivò anche la stanchezza e il ritorno verso il Lido, una strada pattugliata di lampeggianti e la radio che non faceva il suo dovere. Pensai ai racconti di mio padre e ai suoi giochi di bambino. Provai ad immaginare i volti, le urla, le risate nella polvere. Seduto sul letto, guardai l'orologio: le 7.03.
Mi abbandonai al sonno sorridendo al tempo statico e a quei bambini per strada che facevano festa.
3 commenti:
.. Mi pare di capire che la serata di ierri sia stata di tuo gradimento, anzichenò!
Vale, carissime!
Mi pare che hai capito...
e dopo tempo infinito si è ritrovato il volto amico di chi non vedevi da tempo ma che con lo stesso immutabile affetto ti sorride, ti abbraccia ed è come se quel tempo non fosse mai trascorso... M.
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